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Dai “Custodi dell’Acqua” lo sprone: “Torniamo a manifestare in piazza”

“Prepariamoci a tornare in piazza, con una grande manifestazione, anche più dura delle precedenti, perché l’acqua in montagna è ancora in pericolo”. La nuova “chiamata” si è levata sabato da Paluzza, in occasione della proiezione dell’apprezzatissimo documentario “I Custodi dell’Acqua-La Carnia si ribella” del regista Giulio Squarci.

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contatori-acquaA margine della proiezione sono stati diversi gli interventi, sia di amministratori locali che di rappresentanti dei Comitati, che di cittadini. Dal sindaco di Ligosullo, Giorgio Morocutti, è partito duro attacco a quanti continuano ad ostacolare la gestione in autonomia del servizio idrico integrato nei tre comuni resistenti (Ligosullo, Cercivento e Forni Avoltri), con l’ammonimento ai cittadini a rimanere vigili e combattivi, “perché in Carnia c’è sempre qualcuno pronto a pugnalarti alle spalle”.

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A ruota il collega sindaco di Cercivento, Luca Boschetti, ha aggiornato sulla vertenza giudiziaria che vede coinvolti i tre comuni, con la comunicazione che bisognerà attendere sino al marzo 2016 per una nuova udienza rispetto al ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.

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Franceschino Barazzutti del Coordinamento dei Comitati territoriali carnici è ritornato a mettere in guardia sui rischi imminenti derivanti dall’annunciata fusione per incorporazione di Carniacque Spa nel CAFC Spa, richiamando inoltre le prime indicazioni non certo confortanti dalla bozza di legge di riforma regionale del settore idrico e di quello dei rifiuti.

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A tal proposito Luca Nazzi ha invitato i sindaci carnici a portare in visione il film documentario “I Custodi dell’Acqua” in Consiglio regionale per “chiarire le idee” ai tanti consiglieri che saranno chiamati a votare la nuova norma, su come realmente la pensi la gente.

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Da parte dei sindaci di Tolmezzo, Francesco Brollo, e di Paluzza, Massimo Mentil, i complimenti per il filmato, la testimonianza della loro vicinanza alle tematiche sollevate e allo stesso tempo l’evidenza di quello che è “il problema di fondo”, “il vero cancro” l’ha definito Brollo, ossia la normativa nazionale di riferimento che impone il finanziamento di nuovi investimenti nel settore idrico solamente attraverso le risorse recuperate con le tariffe.

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LA QUESTIONE DELLE DERIVAZIONI IDROELETTRICHE

vittorino boem
Vittorino Boem

Nei giorni scorsi Legambiente FVG, in occasione della discussione in Consiglio regionale della Legge di Stabilità 2016, aveva denunciato il pericolo dell’abrogazione del comma 3 dell’art 43, LR 11/2015 che vieta il rilascio di concessioni idroelettriche nei piccoli bacini montani.

Sabato il consigliere regionale del PD Vittorino Boem, presidente della IV Commissione, assieme al capogruppo di Sel, Giulio Lauri ha reso nota la presentazione di un ordine del giorno specifico per la “Tutela dell’ambiente assieme alla certezza in termini di tempi e procedure per gli imprenditori del settore idroelettrico”.

Attraverso questo intervento, che impegna la Giunta Serracchiani a modificare il Piano regionale di tutela delle acque, i due consiglieri hanno dunque accelerato la risoluzione di un problema riguardante una norma che per problemi procedurali non avrebbe mai raggiunto il suo fine.

“Attraverso questo intervento – spiega Boem – non c’è nessuna retromarcia sulla tutela dei piccoli bacini idrografici, anzi, un’accelerazione e un rafforzamento del principio di salvaguardia, accompagnata da una certezza amministrativa a tutela degli imprenditori idroelettrici. Vogliamo che la Regione sia nelle condizioni di dare risposte certe, siano esse affermative o negative. Le non-risposte sono segno di inefficacia amministrativa, e non sono il modello che noi vogliamo seguire”.

Con l’odg, Boem e Lauri hanno impegnato la Giunta a modificare il Piano Regionale di tutela delle acque per rendere da subito applicabili i divieti di realizzare centraline idroelettriche in bacini inferiori a 10 chilometri quadrati che ricadano in aree naturali protette e siti di interesse comunitario. Una novità è che il divieto riguarderà, oltre che le nuove concessioni, anche le modifiche sostanziali di concessioni già rilasciate.