Territorio

La denuncia di Legambiente FVG: “Regalo della Giunta ai produttori idroelettrici”

E’ in corso di discussione in Aula del Consiglio regionale l’abrogazione del comma 3 dell’art 43, LR 11/2015 che vieta il rilascio di concessioni idroelettriche nei piccoli bacini montani. A renderlo noto Legambiente del FVG che mette in luce come questi bacini siano i più delicati terminali idraulici del nostro sistema territoriale e, come da indicazioni europee e nazionali, devono essere preservati dallo sfruttamento idroelettrico.

“La norma citata vieta tale sfruttamento – fa notare il presidente di Legambiente FVG Sandro Cargnelutti – ma, inopinatamente, la Giunta ha presentato alla discussione del Consiglio un emendamento abrogativo con ciò facendo un regalo natalizio, ma anche di auspicio di un buon 2016, ai produttori idroelettrici”.

legambiente“L’eventuale approvazione di tale emendamento abrogativo rappresenterebbe un grave passo indietro nell’azione di tutela dei piccoli bacini idrografici che meritoriamente Codesta Amministrazione ha intrapreso – scrive ancora Legambiente -. Non si capisce quale sia la logica che ha indotto la Giunta a tale proposta, se non quella di assecondare le richieste in tal senso dei produttori idroelettrici. E’ a tutti noto che l’utilizzo a fini idroelettrici anche dei piccoli bacini non è in linea con le Direttive europee, né con quelle del Piano di gestione delle acque del Magistrato alle Acque, né con la necessità di implementare la produzione idroelettrica regionale (la produzione elettrica che ne deriverebbe produrrebbe un incremento della produzione idroelettrica regionale pari a 0,0X % a fronte di un grave danno ambientale). Vi chiediamo pertanto – conclude Legambiente rivolgendosi al Consiglio – di mantenere in vita il comma in oggetto”.

Lr 11/2015 – Art. 43
(Istanza di concessione)
[OMISSIS]
3. Nelle more dell’entrata in vigore del Piano regionale di tutela delle acque, sui corsi d’acqua che sottendono un bacino idrografico di estensione inferiore a 10 chilometri quadrati, o ricadenti, anche parzialmente, in aree definite SIC o in aree naturali protette, sono consentite unicamente le concessioni di derivazione d’acqua a uso di rifugi, di malghe e di abitazioni isolate non servite dalle reti pubbliche di approvvigionamento idropotabile ed elettrico.