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Terziario FVG: risale la fiducia, ma si teme il contraccolpo Covid sull’occupazione

Lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha prodotto effetti visibili sul tessuto imprenditoriale del terziario in Fvg: nel 2020 migliaia di imprese erano rimaste in piedi solo grazie ai ristori. Di queste, già più di 125 risultano scomparse (la maggior parte nel commercio). Tuttavia, nella prima parte del 2021 torna a crescere la fiducia delle imprese. «Il terziario Fvg – commenta il presidente di Confcommercio regionale Giovanni Da Pozzo, in rappresentanza anche dei colleghi presidenti di Gorizia Gianluca Madriz, di Pordenone Alberto Marchiori e di Trieste Antonio Paoletti – ritrova l’ottimismo più velocemente della media Italia e la ripresa della fiducia riguarda anche i settori più colpiti dalla crisi: il comparto turistico, il più coinvolto dagli effetti dell’emergenza negli ultimi 12 mesi, torna ad evidenziare un elevato livello di fiducia per il futuro in virtù dell’incremento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva, destinate ad aumentare ancora a seguito della decadenza della norma che prevede la quarantena obbligatoria per chi entra in Italia da un paese europeo. In questo contesto emergenziale è stato importante l’intervento della Regione, anche sul fronte della sburocratizzazione». 

In generale, sono le considerazioni del direttore scientifico di Format Research Pierluigi Ascani che ha curato l’Osservatorio congiunturale sul primo trimestre, «un anno di pandemia ha modificato le abitudini dei consumatori con conseguenti ripercussioni sui ricavi. Da qui al 30 giugno 2021 ci si aspetta tuttavia un miglioramento che, pur mantenendo l’indicatore congiunturale sotto i livelli pre-crisi, posizionerà il Fvg oltre la media Italia. Un cambio di passo dopo un anno che ha visto interi settori merceologici falcidiati dalla crisi. Tra questi, quello dei pubblici esercizi è il comparto per il quale la risalita appare più lenta, complice la “ripartenza a metà” avviata dal 26 aprile, che impedisce di fatto ai locali privi di dehors di riprendere a pieno ritmo l’attività, anche a causa del meteo avverso delle ultime settimane. Anche in questo settore, peraltro, le aspettative per i prossimi mesi coincidono con il miglior risultato da quando è esplosa la crisi».

A preoccupare è però soprattutto la situazione occupazione, con i possibili effetti dello sblocco dei licenziamenti: circa un quinto delle imprese del terziario del Fvg potrebbe ridurre gli organici, mettendo a rischio fino a 40mila lavoratori nel comparto.
In questo contesto, le misure a contenimento della crisi dal punto di vista economico adottate dal nuovo governo a guida Draghi lasciano ben sperare: aumentano i consensi per l’esecutivo da parte dei cittadini e delle imprese della regione. I giudizi si confermano più positivi se rapportati all’efficacia delle misure adottate dall’amministrazione a guida Fedriga: nell’arco dei mesi della crisi è aumentata di +9 punti la quota di imprenditori «soddisfatti» dell’operato del Governo regionale, specialmente a sostegno delle imprese e del turismo.

IL TESSUTO IMPRENDITORIALE

In Fvg esistono oltre 77mila imprese extra agricole, di cui più di 51mila operative nel terziario, il 66% del totale. Il ruolo del terziario è centrale anche in termini di occupati (61% dei lavoratori privati in regione) e per la ricchezza prodotta (24 miliardi di euro su 33).

CLIMA DI FIDUCIA

L’emergenza sanitaria ha lasciato profonde ferite nell’economia, ma a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia gli effetti della crisi risultano fortemente eterogenei in funzione delle caratteristiche dei settori merceologici colpiti. Comparti come la manifattura e le costruzioni hanno evidenziato un recupero molto più celere rispetto a quello che si può apprezzare presso le imprese del commercio, del turismo e dei servizi, la maggior parte delle quali risulta ancora in difficoltà. 

Nella prima parte del 2021 torna però a crescere la fiducia delle imprese del terziario Fvg e migliora il sentiment, pure nel settore del turismo, duramento colpito, per l’andamento della propria attività: l’indicatore congiunturale, restituito dalla somma tra coloro che hanno ravvisato un miglioramento della situazione e la metà di coloro che hanno rilevato una situazione di invarianza, è previsto pari a 38 a giugno, in aumento rispetto all’attuale 33 e tendente a riavvicinarsi ai valori precedenti lo scoppio della pandemia. Positività anche nel comparto turistico.

CONGIUNTURA ECONOMICA

Il cambio di passo arriva dopo un anno che ha visto interi settori merceologici falcidiati dalla crisi dei consumi (su tutti, il turismo, i servizi ricreativi, i pubblici esercizi). Proprio quello dei pubblici esercizi sembra essere il comparto per il quale la risalita appare più lenta e difficoltosa. Tuttavia, anche presso questo settore le aspettative per i prossimi mesi estivi coincidono con il miglior risultato da quando è esplosa la crisi: gli imprenditori del Fvg, anche a fronte delle oggettive difficoltà rappresentate dalle misure a contrasto dell’emergenza sanitaria, mostrano un elevato grado di resilienza e un livello di fiducia più alto della media nazionale.

Analizzando più nel dettaglio l’andamento dei ricavi (in valore) nell’arco del 2020, appare evidente come le chiusure a intermittenza abbiano provocato un andamento sinusoidale degli stessi presso le imprese del terziario in regione, ma si conferma l’accenno di cambio di passo nel primo trimestre 2021 (che riporta lo scostamento negativo meno forte dell’ultimo anno) e l’ottimistica previsione in vista dell’estate, coincidente con il primo outlook in territorio positivo sullo stesso periodo dell’anno precedente. 

Resta più incerta la situazione occupazionale. Nel 2020 il terziario è risultato il comparto più colpito, ma in virtù del blocco dei licenziamenti, la riduzione degli organici delle imprese ha riguardato esclusivamente il personale meno stabile. Gli effetti della crisi sono attesi nella seconda metà del 2021. Da qui a giugno non ci si attendono infatti stravolgimenti occupazionali. La successiva crisi potrebbe invece essere trasversale a tutti i settori. 

LIQUIDITÀ E CREDITO

Fatica a ripartire l’indicatore relativo ai tempi di pagamento, lontanissimo dai livelli precedenti la crisi. Tale fatto incide sulla liquidità delle imprese del terziario del Fvg, aumentandone il fabbisogno finanziario. Proprio la liquidità ha rappresentato il problema principale durante la crisi. L’indicatore congiunturale è tuttavia previsto in crescita da qui al 30 giugno, posizionando la regione al di sopra della media Italia. La situazione della liquidità migliorerà per tutti i settori di attività, pur permanendo le difficoltà per i comparti che hanno più patito la crisi nel 2020 (gli effetti della ripresa prevista nei prossimi mesi devono essere intesi traslati più avanti nel tempo per quel che riguarda la liquidità).

Nel periodo di crisi è cresciuta la richiesta di credito da parte delle imprese del terziario del Fvg, che in sette casi su dieci hanno ottenuto risposta positiva. L’iniezione di liquidità da parte delle banche (+8% nell’anno del Covid rispetto all’anno precedente) è stata in gran parte utilizzata per coprire i costi fissi e si è rivelata fondamentale per mantenere a galla le imprese nei periodi più duri. È tuttavia necessario evidenziare il rischio concreto al quale potrebbero andare incontro le imprese cosiddette “zombie”, che temono di vedere tramutare il credito ottenuto in debiti difficili da saldare nei prossimi anni. Non a caso, è in peggioramento la percezione degli imprenditori circa la «durata» dei finanziamenti concessi per la restituzione del prestito: è questo uno dei punti di maggiore attenzione per le imprese del terziario del Fvg.

MISURE ANTICRISI

Il giudizio nei confronti del governo a guida Conte (prima) e, soprattutto, del governo a guida Draghi (ora) è piuttosto positivo con riferimento alla gestione della crisi dal punto di vista prettamente sanitario. È invece più severo il riscontro circa gli interventi a sfondo economico. Tuttavia, è evidente l’incremento dei consensi dal momento in cui si è insediato il nuovo governo Draghi, sia per quel che riguarda i feedback da parte dei cittadini del Fvg, sia per quanto concerne il parere da parte delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Nel complesso, ben il 44% delle imprese del terziario del Fvg riscontra un effettivo cambio di passo ad opera del governo a guida Draghi rispetto al precedente esecutivo. Mentre, per quanto riguarda l’operato del governo Fedriga, il 70% dei cittadini del Fvg giudica «efficaci» le misure economiche fin qui messe in campo (+11 punti rispetto al feedback espresso relativamente all’operato del governo centrale, che pure è visto in miglioramento negli ultimi mesi).

Il riscontro per le misure economiche adottate a livello regionale diventa ancor più positivo presso le imprese del terziario, che dimostrano di aver apprezzato gli sforzi profusi a sostegno del tessuto produttivo del territorio. All’interno della crescita di 9 punti degli imprenditori soddisfatti, in forte salita l’apprezzamento per l’azione a sostegno delle imprese e del lavoro (+17 punti nell’ultimo semestre) e, nel dettaglio, del turismo e dell’immagine della regione (+15 punti nell’ultimo semestre).

ASSESSORE FVG BINI

“I dati presentati quest’oggi dimostrano con chiarezza che abbiamo imboccato la strada giusta per la ripartenza, imprimendo una forte accelerata al sistema regionale. Ciò fa ben sperare non solo per i risvolti positivi che ci potranno essere sull’economia del Friuli Venezia Giulia ma anche sull’occupazione”, dice Sergio Emidio Bini, assessore regionale alle Attività Produttive.
“Questi dati – ha evidenziato Bini – ci fanno dire con chiarezza che abbiamo impresso una decisa accelerata per la ripartenza. Le percentuali di soddisfazione molto elevate che emergono dall’indagine mettono in risalto il grande lavoro compiuto dall’amministrazione regionale in questi mesi difficili. Tuttavia continuiamo ad alzare l’asticella: abbiamo ancora due anni di governo durante i quali dobbiamo mantenere le elevate aspettative dei cittadini e delle imprese e soprattutto affrontare con decisione la fase della ripartenza che è cruciale per il futuro della nostra regione. I dati confermano che il Friuli Venezia Giulia si è ben comportata, mettendo il turbo rispetto ad altri territori”.
“Adesso il vero tema – ha aggiunto l’assessore – sarà quello della tenuta occupazionale. Però di fronte a un sentiment positivo espresso dal mondo imprenditoriale con l’81 per cento di essi che non prevede licenziamenti, allora di fronte a questo dato va espresso ottimismo. Con la ripresa ormai partita e alcuni comparti che hanno già raggiunto livelli pre pandemici, le prospettive sono certamente positive anche per il lavoro. Il vero tema sarà quello della riconversione delle figure professionali, cosa che ricorre storicamente quando ci sono situazioni di particolari shock. Istituzioni, associazioni di categoria e sindacati assieme dovranno aiutare i lavoratori ad innovarsi e ad essere formati per rispondere alle nuove esigenze professionali richieste dal mercato”.
“La Regione – ha concluso Bini – oltre a sostenere le imprese anche grazie ai Confidi e ai fondi di rotazione, ha messo a disposizione del sistema economico molti fondi; a questi se ne aggiungeranno nei prossimi mesi degli altri che arriveranno allo Stato e che poi verranno dirottati anche alla nostra Regione. Diventerà quindi importante cavalcare l’onda facendoci trovare pronti affinchè gli imprenditori continuino ad avere interesse ad investire in Friuli Venezia Giulia”.

OSSERVATORIO

(nella foto l’assessore regionale Sergio Emidio Bini e Giovanni Da Pozzo)