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San Daniele boccia lo Statuto dell’Uti

di DAVID ZANIRATO

C’era grande attesa ieri sera sull’esito della votazione prevista in Consiglio comunale a San Daniele del Friuli rispetto allo Statuto dell’Uti Collinare che dovrà prendere il posto dello storico Consorzio della Comunità Collinare. E l’esito della votazione, giunta quando ormai era trascorsa la mezzanotte, sicuramente lascerà il segno.

La maggioranza che regge il comune (una specie di Grosse Koalition Pd-Forza Italia eletta nel 2013 e guidata dal sindaco Paolo Menis) si è infatti spaccata, con il gruppo consiliare di “Innovare San Daniele” (di area forzista) che ha votato assieme (escluso il consigliere Secco) ai due gruppi consiliari di minoranza (Polo di Centro-destra e Sandanielesi). Alla fine ci sono stati 10 consiglieri contrari e 7 favorevoli. Lo statuto quindi è stato bocciato, aprendo la strada alla nomina di un commissario ad acta da parte della Regione per poter far comunque procedere l’iter come da previsione della legge regionale.

 

 

Nel suo intervento introduttivo il sindaco Menis ha spiegato che un processo di revisione degli enti locali, già tra l’altro avviato con le precedenti riforme targate Iacop e Tondo, è ineludibile: “non è più sostenibile infatti questa polverizzazione, non tanto dei Municipi ma dei vari uffici che per esempio in 15 comuni della Collinare vede ancora resistere 15 ragionerie, 15 uffici tecnici, ecc”.

Menis ha quindi riconosciuto che uno dei motivi di contestazione della legge è dato dal fatto dalla sua caratteristica di obbligatoria, ma al contempo c’è da ricordare che le facoltà previste nelle norme precedenti non hanno mai avuto successo. Il primo cittadino ha ripercorso le tappe che hanno portato alle modifiche statutarie, al riconoscimento da parte della Regione di una Unione diversa da tutte le alte, fino ad arrivare al vero nodo di rottura tra i vari sindaci, ovvero le modalità di voto in assemblea dell’Unione. “La posizione che ho cercato di sostenere era quella favorevole ad un riconoscimento di un voto ponderale in grado di riconoscere il ruolo di capo-mandamento della nostra città – ha spiegato Menis – ma vedendo che tale formula non permetteva di trovare un consenso ampio abbiamo deciso per “una testa, un voto” così da evitare spaccature”.

Nel dibattito in consiglio il primo ad intervenire è stato il consigliere Rudy Bagatto di Innovare San Daniele, il quale ha elencato tutte le varie criticità della norma, “dall’obbligatorietà del percorso” all’allontanamento dei consigli comunali dai processi decisionali sino ad arrivare alla “scomparsa del peso di San Daniele all’interno della Comunità senza dimenticare l’anticostituzionalità delle procedure previste”.

A ruota il consigliere Francesco Ciani del “Polo di Centrodestra” ha ricordato che il Karakiri non appartiene alla cultura occidentale ed è impossibile quindi assecondare una legge “che equivale al suicidio delle autonomie locali”.

Per Fabio Spitaleri di “San Daniele in Comune” pur con alcune criticità la legge ha molti aspetti positivi e va nel giusto e necessario percorso di semplificazione che non equivale ad accentramento, mentre occorrerà al più presto discutere delle prospettive infauste della Macroregione del Nordest che mette a rischio la specialità regionale.

Infine Mauro Visentin, capogruppo del “Polo di Centrodestra” ha richiamato la perdita di leadership che patirà il comune di San Daniele con la nuova Unione.

 

GLI ALTRI PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO

La seduta si era aperta con la consegna di una targa di riconoscimento agli storici gestori dell’Alimentari di Sopracastello, Luigi Floreani e la moglie Pierina Molinaro, che per 36 anni come ha ricordato il sindaco, hanno tenuta alzata la saracinesca di un fondamentale esercizio commerciale del borgo e che ora purtroppo lascerà un servizio di prossimità in meno a disposizione dei residenti, sul quale occorre interrogarsi e lavorare affinchè ci possa essere qualche giovane disposto a riaprirlo.

 

Tra le comunicazioni iniziali del primo cittadino quelle relative agli incontro con il prefetto e l’assessore regionale all’immigrazione Torrenti, relativamente al tema dell’accoglienza di profughi e rifugiati. Menis ha spiegato che al distretto del sandanielese è stata richiesta un’accoglienza di 163 persone sul piano teorico, le quali per il principio dell’accoglienza diffusa verranno dislocate a gruppi di circa una decina nei 14 comuni. I primi a partire saranno San Daniele e Fagagna. E’ stato l’assessore Chiapolino quindi ad illustrare come si procederà: “saranno coinvolte le associazioni del territorio, le amministrazioni e le Parrocchie; Croce Rossa, Nuovi Cittadini, Mosaico, Caritas individueranno loro le strutture nelle quali ospitare i profughi, verrà fatto un bando per la gestione, un tavolo di lavoro comune, incontri pubblici con il coinvolgimento dei medici di base”.

A seguire, con la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, si è passati ad approvare la variazione n.3 al Bilancio di Previsione 2015, pluriennale 2015-2017 con parziale applicazione dell’avanzo di amministrazione (182 mila euro); l’approvazione della terza modifica non sostanziale al programma triennale 2015-2017 delle opere pubbliche ed elenco annuale 2015 ed approvazione degli schemi relativi (inserimento dei lavori di sistemazione del piazzale 4 Novembre e di riqualificazione del Portonat); l’approvazione del Regolamento di gestione del campo sportivo di Zulins; il piano Comunale di Illuminazione e la costituzione del diritto di superficie per installazione di una pensilina ad uso del T.P.L. – fermata Via Trenta Trieste provenienza centro.

Approvata inoltre all’unanimità la Mozione presentata dai Gruppi Consiliari “Sandanielesi” e “Polo di Centrodestra – Ciani” inerente il 40° anniversario del terremoto così come una risoluzione relativa al capitolo “Housing Sociale-Centro Anziani” che tratteremo a parte.

 

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