CarniaEconomiaGemoneseTarvisiano

Pensionati in Alto Friuli, la battaglia per i trattamenti di reversibilità

“Estendere il più possibile la capillarità dell’azione sindacale per contrattare servizi, tariffe, prestazioni sociali, rafforzando la rete di concertazione sociale costruita in questi anni, dando nel contempo il giusto riconoscimento e gli strumenti più adeguati a quelle associazioni e quelle realtà che in silenzio e con grande impegno come l’Anteas, hanno operato e stanno operando per mantenere un welfare comunitario parallelo a quello istituzionale”.

È questa la missione che è pronta ad assumersi la nuova segreteria della Federazione Nazionale Pensionati Cisl dell’altro Friuli, pronta ad uscire dal 10^ congresso territoriale tenutosi oggi a Venzone. All’assise grande partecipazione con i 79 delegati eletti nell’ultimo mese nel corso delle assemblee di zona del principale sindacato dei pensionati a nord di Udine che conta tra le sue fila circa 11.500 iscritti. Presenti il segretario nazionale FNP Cisl Loreno Coli, il segretario regionale Renato Pizzolitto, il membro della segreteria Cisl Fvg Alberto Monticco e il segretario Cisl Alto Friuli Franco Colautti.

“Il Congresso, oltre un importante adempimento democratico, rappresenta un rilevante momento di condivisione di idee e di proposte per il bene comune delle nostre Comunità” ha dichiarato il segretario della FNP Cisl Alto Friuli Giancarlo Tabacco il quale ha voluto anche rendere nota una vicenda che dal Friuli ha assunto una dimensione nazionale.

LA QUESTIONE DELLE PENSIONI DI REVERSIBILITA’

“Sulle pensioni di reversibilità non ci rassegniamo alla sentenza della Corte Costituzionale, anzi rilanciamo la sfida alla politica”. E’ stato fermo e netto il giudizio di Tabacco, sulla decisione emanata proprio in questi giorni dalla Suprema Corte rispetto al caso della pensione indiretta liquidata ad un giovane padre con tre figli minori residente nel comprensorio dell’Alto Friuli.

Premessa. Quando muore un pensionato o un lavoratore assicurato, è previsto per i suoi familiari il diritto a possedere una pensione, detta di reversibilità; è una forma di protezione che l’ordinamento giuridico riconosce al coniuge e ai figli del defunto.Ma nonostante sia aumentata l’età pensionabile a seguito delle ultime riforme, la Corte (sentenza 23/2017) ha stabilito che per il calcolo della pensione ai superstiti di assicurati deceduti anteriormente ai 57 anni di età non muta il coefficiente di trasformazione.

“La Corte ha ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale per il mancato adeguamento dei coefficienti di calcolo fissati nel lontano 1995 al compimento virtuale dei 57 anni, in un contesto normativo che ha invece di gran lunga elevato l’età necessaria per conseguire la pensione di vecchiaia. La Consulta non si è in alcun modo pronunciata sul problema principale – ha messo in luce Tabacco – che era stato sottoposto all’attenzione del Tribunale di Udine, sulla necessità di integrare, quantomeno sino ad un concorso pari all’assegno sociale, una pensione di reversibilità che viene considerata adeguata a fronte di un importo complessivo pari a 125 euro al mese. Dobbiamo continuare a gridare con forza che a nostro avviso viene violato l’articolo 38 della Carta Costituzionale, che espressamente prevede, in campo ai lavoratori, e tali sono i loro superstiti, “che siano previsti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita”. La risposta – ha concluso Tabacco – non può essere ancora una volta delegata ai giudici ma deve passare alla politica”.

LA SITUAZIONE IN ALTO FRIULI

Durante il congresso si è poi ritornati a definire il contesto socio-demografico ed economico del territorio dell’Alto Friuli.Secondo gli ultimi dati a disposizione, sul territorio del comprensorio di riferimento (Carnia, Tarvisiano, Gemonese, Sandanielese e Tarcentino) i pensionati in Alto Friuli sono 44.521 sugli oltre 106 mila contribuenti complessivi, equivalgano al 28,1% tra le tipologie e valgono il 33% sul tot reddito dichiarato, con i picchi a Rigolato e Dogna dove in percentuale oltrepassano la metà della base contributiva del paese. La loro dichiarazione Irpef 2015 media è di 14.816.

“L’attuale momento di oggettiva preoccupazione economica – ha aggiunto Annalisa Bergagnini, della segreteria territoriale FNP Cisl Alto Friuli – non ci permette ancora di intravedere una soluzione ai diversi problemi che affliggono la nostra Categoria. Dall’accordo siglato il 28 settembre u.s. tra il Governo e i Sindacati, qualcosa si è ottenuto: somma aggiuntiva (“quattordicesima” mensilità) per pensioni con redditi bassi, la “No tax area” pensionati, equiparandola a quella dei lavoratori dipendenti, il ripristino, dal 2019, del meccanismo di rivalutazione delle pensioni antecedente alla legge Fornero con una maggiore tutela del potere d’acquisto. Ma – sottolineano Tabacco e Bergagnini – rimangono ancora oggetto di confronto: un nuovo paniere Istat più rappresentativo dei consumi dei pensionati e l’annoso ragionamento sulla separazione della previdenza dall’assistenza”.

Una popolazione quella anziana che in Alto Friuli è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni: su una popolazione complessiva di 136.453 abitanti, l’età media che si registra nel comprensorio è di 45,85 anni contro il dato provinciale e regionale che si attesta a 35,8 anni. L’indice di vecchiaia  – che misura il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni) – è di 240,99 contro il dato regionale che è di 204,72, con punte estreme, con la “giovane” Villa Santina (166,16) e la “datata” Rigolato (712).