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Ripartizione dei Richiedenti Asilo in FVG, ecco il nuovo piano

Sono esattamente 4.744 i richiedenti asilo che spettano al Friuli Venezia Giulia secondo quanto deciso dal Viminale all’interno del riparto nazionale. La proposta, così come elaborata del ministro dell’Interno Minniti, è stata illustrata giovedì alla VI commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia

Gianni Torrenti

dall’assessore Gianni Torrenti. Il piano prevede una simulazione su un’accoglienza complessiva di 200mila posti per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, basandosi sulla garanzia di una ripartizione equilibrata dei posti, sia per il livello regionale e provinciale che per quello comunale.

Come spiegato da Torrenti, la fase iniziale consisterà nell’individuare una prima modalità di ripartizione a livello regionale, che elimini il più possibile le disparità derivanti da criteri fondati unicamente su variabili demografiche dei Comuni, utilizzando come riferimento il Fondo nazionale politiche sociali (Fnps). La seconda scelta riguarda la successiva modalità di ripartizione a livello municipale, che si basa sul coinvolgimento di tutti i Comuni italiani.

Il piano prevede di attribuire ai Comuni fino a 2mila abitanti un numero fisso di 6 posti; a quelli oltre i 2mila (esclusi i 14 Comuni sede di Area metropolitana), verrebbero invece attribuiti i posti calcolati per ciascuna regione di appartenenza in fase di prima ripartizione regionale al netto dei posti già attribuiti ai Comuni piccoli e a quelli capoluogo sede di Area metropolitana. La distribuzione viene fatta utilizzando il rapporto (ogni mille abitanti) tra il totale regionale dei posti per l’accoglienza e il totale regionale degli abitanti dei Comuni interessati. Ai 14 Comuni capoluogo sede di Area metropolitana vengono infine attribuiti 2 posti ogni mille abitanti.

Il calcolo, così come il riparto per singolo Comune, varrà soltanto nel caso in cui tutti i Municipi accettino di dare ospitalità al numero di migranti loro assegnato. Da parte sua però il Prefetto di Udine ha fatto capire che nel caso in cui non ci sia la dovuta ed adeguata disponibilità da parte dei vari Municipi si agirà d’imperio.

IL COMMENTO DI BARBARA ZILLI

“Quello che è emerso in VI commissione è che, di fatto, l’annunciata stretta del nuovo Governo in materia di immigrazione in realtà si traduce in una beffa”. Questa la posizione di Barbara Zilli, consigliera regionale della Lega Nord, a margine dei lavori della VI commissione dove l’assessore Torrenti ha esposto il piano sull’immigrazione del ministero dell’Interno. “Aumenta sistematicamente – dice Zilli analizzando quanto presentato da Torrenti – il numero di presenze di richiedenti asilo nella nostra Regione per volontà del ministro, senza considerare nella redistribuzione i quotidiani e incessanti arrivi da Tarvisio che interessano il nostro territorio. Tradotto, significa che saremo sempre e comunque sopra la quota assegnata”.

Barbara Zilli

“Senza contare la volontà di continuare a investire sull’accoglienza diffusa – dice – metodo fallimentare che continua soltanto ad alimentare un business senza alcuna ricaduta economica per i nostri cittadini ma che, al contrario, alimenta le discriminazioni”. E per quanto riguarda i rimpatri, Zilli rincara la dose: “Prevedere un centro permanente di rimpatrio in ogni regione per 1.600 posti totali non è che una goccia nel mare, in un sistema ormai al collasso e saturo”.

Ma Zilli si concentra anche sulla questione delle Commissioni territoriali e rilancia la proposta leghista: “Le Commissioni territoriali andrebbero eliminate del tutto e sostituite con un ricorso diretto all’organo giudiziario quale è il Giudice di Pace. Questo permetterebbe una effettiva e sensibile riduzione dei tempi di attesa”. “La nota del ministero che prevede la distribuzione dei richiedenti asilo in tutti i Comuni della provincia di Udine – dice infine – non tiene conto affatto della presenza di minori non accompagnati in certi centri come ad esempio Cercivento, presenze che sono un ingente costo per le amministrazioni locali (da 80 a 100 euro per l’accoglienza di ognuno di questi) e che lo Stato è lento a rimborsare”.

“Il vero snodo – chiosa – è dato dai controlli di queste persone: le Prefetture dovrebbero imporre già nei bandi il controllo diurno e notturno, per tutte le 24 ore, come requisito fondamentale. In questo modo – dice – si creerebbe un deterrente anche per evitare che si presentino casi di spaccio come quelli spiacevoli accaduti a Tolmezzo”.