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Il legno-arredo guarda oltre al Coronavirus: accelerare sulla produzione di pioppi

Nel pieno dell’emergenza sanitaria i cicli della natura non si fermano e ci sono settori produttivi che, nonostante la serrata imposta alle attività non essenziali, hanno vitale bisogno di programmare l’attività del post emergenza. E’ il caso della filiera dei pannelli, che sull’approvvigionamento di materia prima sostenibile fonda la propria competitività. Coltivatori e utilizzatori industriali chiedono di non interrompere il percorso positivo avviato negli ultimi anni, che ha visto aumentare la superficie agricola coltivata a pioppo.

“Il settore avrà bisogno di una spinta produttiva appena termina l’emergenza sanitaria, così da cogliere le opportunità offerte da un mercato destinato a ripartire – spiega la presidente di Assopannelli Nicoletta Azzi -. Per tutta la filiera legno-arredo è fondamentale avere a disposizione materia prima locale da prelievi sostenibili come appunto i pioppeti. Non bisogna perdere il percorso positivo avviato nel 2014 sia con il coordinamento con le Regioni del Nord Italia sia con gli incentivi agli impianti inseriti nei Piani di sviluppo rurale”.

I pioppeti, ricorda Azzi, hanno il vantaggio di stoccare anidride carbonica durante tutto l’utilizzo e trasformazione della materia prima, fino all’intera vita dei prodotti finiti. E anche oltre vista la crescita nell’utilizzo del legno da riciclo. E sono diverse le innovazioni che la pioppicoltura sta adottando. Come, per esempio, l’utilizzo dei satelliti per monitorare lo stato di accrescimento dei singoli appezzamenti così da ottimizzare la programmazione del taglio e del conferimento alle industrie. “Inoltre stiamo studiando l’introduzione di ‘certificati bianchi’ – dichiara la presidente di Assopannelli – ovvero dei crediti che i titolari di pioppeti possono monetizzare con le aziende a maggior impatto ambientale: sarebbe questo un ulteriore incentivo a questa coltura”.

Grazie all’accordo interregionale del 2014, che aveva l’obiettivo di raddoppiare la coltivazione, e il sostegno inserito nei Psr, la superficie a pioppo in Friuli-Venezia Giulia che aveva sfiorato i 5.000 ettari a metà degli Anni 2000 per crollare fino ai 2.135 nel 2015, è risalita attualmente a circa 4.000 ettari.

“L’aiuto inserito nel Psr 2014-20 – spiega Rinaldo Comino della Direzione centrale risorse agricole, forestali e ittiche della Regione – copre nella misura dell’80% i costi per la piantagione dei pioppeti nei territori vocati, cioè in pianura, sotto la linea delle risorgive e in alcuni ambiti dell’anfiteatro morenico. Sono comprese le operazioni di preparazione del terreno, l’acquisto delle pioppelle e la messa in opera, inoltre anche le spese del tecnico esperto in pioppicoltura, non solo per la compilazione della domanda ma anche e soprattutto per consigliare tipo di cloni, sesti di impianto e modalità di coltivazione. La durata del ciclo produttivo va da un minimo di 8 fino a mediamente 10 anni”.

“I sostegni comunitari concessi con questa programmazione – continua Comino – prevedono sempre l’obbligo per chi pianta pioppo di adottare un sistema di gestione sostenibile (Pefc, Fsc), per cui nel medio termine la pioppicoltura finanziata con fondi UE sarà solo quella ambientalmente sostenibile”.

Il bando di quest’anno si aprirà dal 1° giugno al 31 luglio.

In prima linea il Gruppo pioppicoltori Bassa Friulana, composto da 12 aziende tra loro complementari che coprono l’intera filiera nella coltivazione di 1.000 ettari. Tra le ultime novità del Gruppo la sperimentazione di una centrale a biomassa da 100 Kw alimentata da un sottoprodotto quale le ceppaie di pioppo, proprio per massimizzare l’utilizzo nel segno della sostenibilità.

“Grazie al sostegno dell’ultimo Psr – spiega il portavoce del gruppo Ivan Turco – è stato invertito il trend di calo della superficie a pioppo iniziato negli Anni ’90. In questa fase di crescita, però, bisogna presidiare molto bene la qualità del pioppo friulano, riconosciuta a livello internazionale. Ed è per questo che è già tempo di pensare alla nuova programmazione in maniera da mettere in rete le professionalità che già esistono in regione e che ruotano attorno al mondo del pioppo”.

E la Regione è già al lavoro sulla prossima programmazione di sostegni europei. “Assieme alle associazioni di categoria – spiega Comino – si sta ragionando su un aggiornamento dell’accordo interregionale sottoscritto nel 2014, quando stava per avviarsi l’attuale programmazione, e di coordinare le azioni affinché vi sia continuità di sostegno finanziario, considerato il valore produttivo e ambientale che questa coltura e i suoi prodotti hanno, ovvero la grande capacità della specie pioppo di assorbire gas a effetto serra (l’anidride carbonica) e la capacità dei prodotti legnosi trasformati (pannelli, compensati ecc,) di trattenere durevolmente il carbonio; senza considerare che a fine ciclo i prodotti sono riciclabili e che sia i sottoprodotti della coltivazione che quelli trasformati, qualora non sia possibile un ulteriore impiego di tipo industriale, ivi compresi gli usi emergenti in bioeconomia, possono essere utilmente bruciati per produrre energia rinnovabile secondo il principio europeo dell’uso a cascata della materia prima. Nel contempo si darà continuità all’approccio del coltivare in modo sostenibile, per cui gli aiuti saranno condizionati dall’adottare schemi di certificazione, organismi con i quali si dialoga per aggiornare i protocolli e migliorare progressivamente il risultato ambientale di queste coltivazioni”.

Non appena superata l’emergenza Covid-19 si partirà con una serie di eventi di approfondimento nell’ambito di una campagna nazionale sostenuta dalla Fao che ha individuato proprio l’Italia al centro degli interessi internazionali nell’utilizzo forestale sostenibile.