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Chiusura del macello Larice di Amaro, gli allevatori: “Ora costretti ad andare fuori regione”

La chiusura del macello Larice rappresenta l’ennesima tegola sulla testa della zootecnia regionale che avrà a disposizione un sito in meno nel quale macellare i propri animali e sta già guardando oltre regione. Lancia l’allarme il presidente dell’associazione allevatori del Friuli Venezia Giulia chiedendo l’attivazione di un tavolo con associazioni e politica per trovare una soluzione al problema.

“Oltre a quello del personale che rimane a casa dal lavoro ne esiste infatti un altro, non meno importante, che riguarda gli allevatori della Carnia: aziende che fino a qualche giorno fa avevano un riferimento sicuro nel macello Larice e che oggi si ritrovano senza un punto di riferimento. “La struttura – spiega il presidente Livoni – macellava maiali ma li lavorava anche, ottenendo ottimi insaccati commercializzati anche nella GDO. Non solo maiali, ma ma anche altre specie (bovini, ovicaprini) e d’urgenza i capi che per motivi di benessere animale andassero soppressi tempestivamente”.

Attualmente in regione le strutture di macellazione si sono dunque ulteriormente ridotte. Dopo il macello Uanetto e il macello di Aviano, ora tocca a Larice abbassare le serrande.  Ridotte le strutture al lumicino, gli allevatori si vedranno sempre più costretti a uscire dalla regione per macellare i propri capi. Con tutte le conseguenze del caso. Per evitarle l’associazione allevatori lancia un appello ad istituzioni e associazioni di categoria.

“Se ci fosse la volontà politica si potrebbe ancora rimediare a questa situazione o per lo meno tentare di rimediarla mettendo attorno a un tavolo le organizzazioni di categoria, la nostra stessa associazione e altri soggetti che possono raccogliere questa sfida, noi da soli – conclude Livoni – non abbiamo la forza economica per investire in tale struttura ma in partnership con altri siamo pronti a dare il nostro contributo”.