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Ambulatorio Oncologico a Gemona, i Comitati chiedono il ritorno al servizio sui 5 giorni

L’Ospedale San Michele è destinato a perdere un altro fondamentale servizio? E’ quanto si chiedono i Comitati a sua difesa, alla ventilata notizia della chiusura dell’ambulatorio oncologico, per quanto concerne la chemioterapia destinata ai malati di questo territorio. “Oggi a Gemona – lamentano i Comitati – il trattamento chemioterapico viene somministrato solo su due giorni alla settimana, mentre tempo addietro ciò avveniva dal lunedì al venerdì. Una scelta “politica“ che come ormai di consueto ci penalizza o mancanza di personale? Qualcuno dei soloni nostrani della Sanità, avrebbe il dovere di rispondere a questo quesito. Così come sarebbe ora che i nostri Sindaci, gli altri Amministratori locali e il Sindacato, prendesse posizione sui nefasti quanto iniqui risultati di una riforma sanitaria, che ormai dimostra tutte le sue lacune ed è criticata a tutti i livelli, dalla montagna al mare. Il motivo per cui la Presidente Serracchiani e l’Assessore Telesca hanno deciso di non candidarsi alle prossime elezioni regionali?” si chiedono sempre i Comitati

Tornando invece ai malati oncologici, gli attivisti segnalano come “già oggi chi ha cicli lunghi di chemioterapia deve rivolgersi a Tolmezzo o a San Daniele, con maggiori, inutili costi sociali ed economici. Ciò anche in presenza di una rete insufficiente di servizi pubblici di collegamento con i centri citati. Quindi noi chiediamo che Gemona ritorni a dare un servizio completo su 5 giorni, per risolvere almeno in parte tutti questi disagi. Oltretutto abbiamo sempre sostenuto che devono essere i medici a spostarsi sul territorio e non i pazienti, soprattutto per questa patologia. Mentre invece oggi i malati, in diverse specialità, vengono sballottati da un ospedale regionale all’altro, trovandosi di fronte a medici che magari li vedono per la prima volta. Questo è forse quello che la riforma intendeva come incremento dei servizi territoriali? Entra in ospedale e girerai la Regione, non è una battuta ma la triste, odierna realtà” concludono i Comitati.