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Addio ai Voucher? Il Friuli Venezia Giulia incentiva le aziende che assumono

Incentivi per motivare le aziende ad assumere i “voucheristi intensivi” e risorse per coinvolgere circa 1.200 giovani ‘Neet’ (under 30 che non lavorano né partecipano ad attività di formazione) in attività di tirocinio. Le due misure verranno attuate a breve dalla Regione FVG, come illustrato venerdì in conferenza stampa dalla presidente Debora Serracchiani e dall’assessore al Lavoro, Loredana Panariti. Nel caso degli incentivi per i voucheristi, le aziende riceveranno da 1.000 a 2.000 euro per assunzioni a tempo determinato e da 4.000 a 6.000 euro per posizioni a tempo indeterminato.

Disponibilità complessiva 500mila euro (per incentivare 320 assunzioni nel 2017). “Attivagiovani” per i Neet: fondi per 4,5 milioni in 3 anni per coinvolgere 1.200 giovani. Serracchiani: l’intervento “serve a tirare questi giovani fuori di casa, offrendo loro un’opportunità di impegno sociale o lavorativo, sempre retribuita, per indirizzare i ragazzi all’interno del mercato del lavoro”.

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IL DIBATTITO SULL’ADDIO AI VOUCHER

«Un passo indietro per il Paese, in assenza di alternative. E un grave danno per le piccole imprese che si ritrovano in diversi momento dell’anno a dover gestire picchi di lavoro». Carlo Dall’Ava, presidente regionale e provinciale di Udine di Fipe Confcommercio, contesta la decisione di abolire la possibilità di utilizzare prestazioni lavorative retribuite con voucher, impedendo ai cittadini di esprimersi in occasione del referendum promosso dalla Cgil. «Quello dei voucher – afferma Dall’Ava – è uno strumento valido per tante fasce della popolazione colpite dalla crisi economica. Uno strumento che non offre scorciatoie nei confronti del fisco, ma opportunità, a partire dagli studenti. Cancellarlo, anziché implementarlo, è un’operazione miope che va nella direzione opposta rispetto a chi si lamenta del calo dell’occupazione giovanile. Di fronte a queste decisioni altalenanti in economia, il governo pare più preoccupato dei suoi problemi interni che non delle necessità del Paese e del mondo del lavoro. Il timore di affrontare il referendum, unico strumento di democrazia rimasto ai cittadini, è un atto di debolezza».

Dario Ermacora

“È inaccettabile che si cancelli con un colpo di spugna una misura che ha consentito l’emersione dal lavoro nero, tutelando lo Stato dal punto di vista fiscale e dando alle imprese uno strumento indispensabile per la gestione in sicurezza dei lavori stagionali e saltuari. Se ci sono stati abusi, si combattano quelli e non un provvedimento positivo e comunque apprezzato”. Lo afferma Dario Ermacora, presidente regionale di Coldiretti Fvg, in relazione alle notizie che arrivano dalla commissione Lavoro della Camera e che anticipano la cancellazione dei voucher, strumento nato proprio per il settore agricolo e utilizzato nell’ultimo anno per non più del 1,3% del totale in risposta a esigenze stagionali, in particolare sul fronte della raccolta. «Siamo di fronte a un atteggiamento grave – prosegue Ermacora –, dettato probabilmente più da questioni interne ai partiti di governo, e dunque da motivazioni politiche e non tecniche che suggeriscono di evitare il confronto referendario, con la conseguenza di porre però in enorme difficoltà le imprese agricole. Solitamente, quando si elimina una misura, si ha già ben presente l’alternativa. Oggi, al contrario, nulla si sa di un eventuale piano B. Come già in passato, quando nella stessa commissione Lavoro fu presentato un emendamento al ddl del ministro Fornero per limitare l’uso dei buoni alle sole aziende senza contabilità, non si creda tuttavia di trovare nell’agricoltura l’agnello sacrificale».

«L’approvazione del decreto su voucher e appalti è l’effetto della nostra mobilitazione, decisiva per dare una scossa e invertire la tendenza alla deregolamentazione e allla precarizzazione del lavoro». Il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta commenta così il provvedimento approvato questa mattina dal Governo, che potrebbe portare all’abrogazione dei voucher e al ripristino della responsabilità solidale del committente negli appalti senza passare attraverso i referendum, già indetti per il 28 maggio. «Siamo di fronte a un primo, importante risultato della nostra mobilitazione – prosegue Pezzetta –, ma prima di parlare di obiettivo raggiunto attendiamo di conoscere il testo del decreto e soprattutto la sua conversione in legge. Ecco perché la mobilitazione sul lavoro prosegue a pieno ritmo, non soltanto in vista del 28 maggio, ma anche a sostegno della proposta di legge costituzionale sulla Carta dei diritti universali del lavoro, quel nuovo Statuto dei lavoratori che costituisce il vero, grande obiettivo della nostra battaglia. Questo anche nella consapevolezza che abrogare non basta, ma che serve un nuovo disegno riformatore per ridefinire il sistema di regole e tutele di un mercato del lavoro profondamente cambiato».