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Unioni, per chi ci sta si parte dal 15 aprile. Fondo straordinario alle Comunità montane

Sulle Uti, le future Unioni territoriali intercomunali, la Giunta del Friuli Venezia Giulia va avanti con chi ci sta. Approvato a maggioranza, con il fronte di centrosinistra favorevolmente compatto, mentre centrodestra e Movimento 5 Stelle votavano no, il ddl n. 136 sul riordino delle funzioni provinciali, all’interno del quale si sono inseriti gli adeguamenti per le Unioni, dopo le proroghe dello scorso anno.

L'assessore Panontin
L’assessore Panontin

Tra i cambiamenti, sicuramente la costituzione del Capo IV bis ha registrato la maggior parte degli interventi in quanto prevede la costituzione di diritto (ex lege) delle Uti dal 15 aprile 2016 tra i Comuni che a quella data abbiano approvato lo statuto della costituenda Unione. Inoltre l’avvio delle funzioni associate, da parte delle Uti, passa al primo luglio 2016, data in cui è fissata anche la decorrenza dell’operatività delle Uti. La costituzione ex lege opera anche tra i Comuni della Comunità montana della Carnia e del Consorzio comunità collinare che abbiano approvato lo statuto della rispettiva Uti, se nel frattempo tali enti non si siano trasformati in Unione. Una volta costituite, le Uti possono adattare il proprio statuto alle necessità derivanti dalla difformità della loro composizione rispetto alle previsioni del Piano di riordino territoriale (Prt). L’esercizio associato della funzione in materia di servizi sociali dei Comuni da parte delle Uti avrà luogo dalla realizzazione del Prt sull’intera regione, ciò per evitare la frammentazione dei servizi sociali.

Non da ultimo, si interviene agendo sulle quote di perequazione del Fondo ordinario transitorio per le Uti istituito nella LR 18/2015: la quota di perequazione è concessa dal 2016 ai Comuni delle Uti che abbiano approvato lo statuto entro il 15 aprile 2016, mentre a quei Comuni che entrano in una Uti dopo il 15 aprile 2016 è concessa dall’anno successivo a quello di adozione della delibera di ingresso. Il Fondo transitorio, oggi pari a 19.125.500 euro per il triennio 2016-1018, di cui 5.613.500 euro per l’anno 2016 e 6.756.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018 (così stabilito nella legge di stabilità, ovvero la LR 34/2015), è abbassato a 16.860.000 euro totali e a 3.348.000 euro per il 2016. Così come alle Comunità montane, fino alla loro soppressione è assegnato un Fondo straordinario, per l’anno 2016, non più di 1.082.500 euro ma di 3.348.000.

Niente moratoria dunque da parte dell’Assessore regionale Panontin ma aperture su modifiche alla legge in corso d’opera, in fase d’attuazione.

I COMMENTI 

“Nonostante da più parti si levi il malcontento sulla riforma degli enti locali, l’assessore Panontin oggi ha portato in Commissione gli emendamenti che rendono operativo il sistema delle Uti “a doppia velocità”. Questa è in tutto e per tutto la conferma della sconfitta dell’asserito impatto riformatore che la Giunta Serracchiani voleva imporre al sistema degli enti locali della Regione. Di fronte alla pioggia di critiche rivoltegli, l’assessore Panontin cerca maldestramente di glissare l’incostituzionalità dei commissariamenti, ricattando i comuni ribelli, chiudendo loro il rubinetto dei finanziamenti”. Così interviene Barbara Zilli (LN).

“Gli emendamenti presentati in V Commissione dall’assessore Panontin corrispondono agli impegni presi dallo stesso assessore e dalla presidente Serracchiani prima della legge di stabilità. Questo passaggio permetterà di far partire le Uti per quei Comuni che hanno scelto di intraprendere questo percorso”. A dirlo il capogruppo del Pd, Diego Moretti e il presidente della V Commissione, Vincenzo Martines a margine della seduta della Commissione.