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Prelievi, Cap, Sert: i nuovi quesiti sul futuro del San Michele dai Comitati di Gemona

“Il Governatore Fedriga, con una lettera dei primi di Maggio, ha chiesto ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie regionali, di sospendere l’attuazione della riforma sanitaria Serracchiani/Telesca. Ma invece a Gemona al San Michele, vanno avanti speditamente nel tentativo di trasformare l’attuale Ospedale nel poliambulatorio/ cronicario voluto dal CentroSinistra“. Inizia  con questa accusa una nota dei Comitati a difesa del nosocomio gemonese, a fronte del trasferimento a Tolmezzo del trattamento chemioterapico, che a Gemona era stato portato prima su due giorni, rispetto ai 5 precedenti e che da poco è stato soppresso, con i relativi disagi sociali ed economici per i pazienti oncologici.

Ma la protesta degli utenti riguarda anche lo spostamento all’interno verso nord della struttura del reparto prelievi , con una procedura più complessa,  che soprattutto obbliga anziani e disabili a percorrere un percorso più lungo di prima. “Stessa cosa per quanto riguarda l’inutile e costoso Cap, situato al terzo piano dell’edificio, nella parte a nord, che dall’ingresso obbliga i frequentatori a una lunga passeggiata –segnalano ancora i Comitati -. Ma che dire del cantiere al piano terra, dove un tempo c’erano gli uffici dell’anagrafe sanitaria e altri? Quale è stata la ratio di queste scelte e di chi? E soprattutto con quali costi? Infine corrisponde al vero che il Sert verrà spostato a Tolmezzo, a causa della vetusta’ dell’edificio che lo ospita ora? Il Gemonese non può perdere questo importante servizio e per la sua ricollocazione in città esistono edifici sia  pubblici che privati che lo potrebbero degnamente ospitare. Domande che probabilmente rimarranno senza risposta, visto che la prevista informazione ai cittadini su queste scelte non è avvenuta”.

Ma ora i Comitati passano all’attacco, chiedendo in primis un incontro con la nuova Amministrazione Revelant, in cui militano l’assessore alla Sanità Monica Feragotto e la consigliera Zaga Balog. A suo tempo, con alcuni consiglieri dell’ex sindaco Urbani, avevano concordato un Ordine del Giorno relativo al rilancio del San Michele. “Un argomento che quanto prima dovrà essere ripreso e approvato dal Consiglio comunale, per diventare la via maestra da seguire nel prossimo confronto con l’Amministrazione regionale – aggiungono ancora dal Comitato San Michele -. Il Governatore Fedriga e l’Assessore alla Sanità Riccardi, sono già stati informati a suo tempo sulle legittime richieste e necessità del Gemonese e dell’Alto Friuli a riguardo, così come ci sono stati specifici  incontri con le altre forze politiche del Centrodestra e del M5S. Movimenti e Partiti che nel 2014 si opposero alla iniqua Legge 17, voluta dal CentroSinistra, che ha portato la Sanità regionale da posizioni di eccellenza al penultimo posto in Italia”.

Ma la protesta dei Comitati non riguarda solo l’utilizzo errato del nosocomio ma investe anche la figura del Direttore Generale della AAS3, Benetollo. “In tutti questi anni lo abbiamo contestato per le scelte fatte che hanno sempre penalizzato questo territorio e visto che era stato nominato dalla Serracchiani, pensiamo che ora dovrebbe dimettersi, per lasciar spazio a chi verrà indicato dalla nuova Giunta regionale – concludono – e con lui anche i suoi più stretti collaboratori”.