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Pieno riconoscimento legislativo per il valore culturale dell’attività della Cineteca del Friuli di Gemona

Grazie ad un emendamento, approvato nel gennaio 2019 da Camera e Senato, la Cineteca del Friuli, nata a Gemona all’indomani del terremoto del 1976, e la Cineteca Italiana di Milano, che con i suoi 72 anni è il più antico degli archivi cinematografici del Paese, hanno ottenuto il pieno riconoscimento del valore culturale della loro attività.

L’emendamento ha integrato l’articolo 27 della legge n. 220 del 14 novembre 2016 sul cinema e l’audiovisivo, voluta dall’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, includendo le due istituzioni (a fianco della Cineteca di Bologna e del Museo Nazionale del Cinema di Torino, a cui sono ora equiparate) nella lista delle maggiori cineteche italiane a cui la legge garantisce il sostegno del MIBAC, un contributo annuale fisso per le loro attività di tutela e promozione del patrimonio cinematografico.

Tiziana Gibelli

Un risultato reso possibile grazie all’azione congiunta dell’Assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Tiziana Gibelli e dell’Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli, che nell’ottobre 2018 hanno interessato i propri parlamentari di riferimento, motivandoli a compiere un atto di riparazione a una situazione che penalizzava ingiustamente due degli archivi filmici più vivaci, ricchi di materiale e attivi sui rispettivi territori come quelli di Milano e Gemona. Con la successiva proposta emendativa dei parlamentari, cui va il merito del risultato finale, si è messo fine alla disparità di trattamento.

L’esclusione dalla legge, infatti, relegava Milano e Gemona a poter concorrere unicamente al bando su progetti, senza le garanzie, in termini di contribuzione fissa, riconosciute alle realtà di Bologna, Torino e Roma (quest’ultima oggetto di una voce specifica in virtù del suo ruolo di Cineteca Nazionale).

“L’inserimento della Cineteca del Friuli di Gemona e della Fondazione Cineteca Italiana di Milano tra le cineteche sostenute dal Fondo per il cinema e l’audiovisivo – afferma l’assessore Gibelli – è la riparazione ad una sonorissima ingiustizia. Ingiustizia che è stata perpetrata con la legge sul cinema 220/2016 che ha escluso due cineteche che hanno tutti i titoli per essere annoverate tra le più importanti d’Italia, visto che svolgono la medesima attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio filmico nazionale.”


LA CINETECA DEL FRIULI

Nata a Gemona nel 1977, all’indomani del terremoto del Friuli, per volontà di un gruppo di giovani appassionati di cinema, fra cui Livio Jacob, l’attuale presidente, e Piera Patat, la Cineteca del Friuli è oggi una delle cinque maggiori cineteche italiane, membro della FIAF, la Federazione internazionale degli archivi filmici, e dell’ACE, l’Associazione delle cineteche europee.

Le collezioni sono iniziate con una raccolta di titoli di interesse storico (fratelli Lumière, Méliès, D.W. Griffith, Mack Sennett, Thomas H. Ince, Max Linder, Charles Chaplin e altri) che hanno poi costituito i nuclei portanti delle prime edizioni delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, diventate un appuntamento di rilevanza internazionale che si avvia a festeggiare, nel 2021, la 40a edizione. Il festival ha a sua volta favorito e potenziato i contatti con le cineteche di tutto il mondo, che a Pordenone mostrano i loro tesori.

Piera Patat e Livio Jacob

Grazie a scambi, donazioni, depositi e acquisti, nei suoi 42 anni di storia la Cineteca ha incrementato costantemente il proprio patrimonio filmico.  Attualmente sono conservati a Gemona 22.431 titoli in pellicola, di cui 1.383 del periodo muto. Fra le acquisizioni più consistenti degli ultimi quindici anni si contano 700 film (prevalentemente titoli americani dagli anni ’30 agli anni ’70) donati dal George Eastman Museum di Rochester, 300 film italiani degli anni ’70 rimpatriati dal Sudafrica, 300 lungometraggi (completi di trailer e manifesti) e 80 documentari ovvero un terzo della collezione del distributore Attilio Cappai e oltre 600 pellicole della collezione del veronese Gian Maria Buffatti.

La cultura, la storia e le personalità del territorio in cui è nata e opera la Cineteca sono da sempre oggetto di particolare attenzione. Da qui il fondo che raccoglie e conserva le immagini sul terremoto, il recupero di tanti film e documentari girati in Friuli Venezia Giulia, il restauro de Gli ultimi di Vito Pandolfi e David Maria Turoldo (molti di questi materiali sono stati pubblicato in dvd), e il fondo sulla Grande Guerra, cresciuto nel tempo tramite acquisizioni e scambi con altri archivi, italiani e stranieri, fra cui il National Archive and Records Administration (NARA) di Washington.

Insieme alla collaborazione con altre realtà cinematografiche regionali, nazionali e internazionali, è stato ed è fondamentale per la Cineteca il sostegno delle istituzioni. Ha rappresentato una vera svolta l’approvazione della legge regionale n. 21 del 2006, che ha riconosciuta la Cineteca quale unico polo cinetecario regionale cui affidare il compito di provvedere all’acquisizione, conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo di interesse per la regione. Di pari passo è stata avviata la costruzione a Gemona di un deposito climatizzato fra i più moderni d’Europa, l’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, inaugurato nel 2008, dove la Cineteca oggi conserva, accanto alle proprie collezioni, i materiali della Regione Friuli Venezia Giulia (in particolare della ex Cineteca Regionale) e della Mediateca del Veneto.

Nuove prospettive nell’attività di conservazione e diffusione dei materiali, inclusi gli audiovisivi, si sono aperte nel 2013, quando – sempre grazie al sostegno regionale – la Cineteca si è dotata di un laboratorio digitale con lettori per l’acquisizione di materiali su nastro magnetico e uno scanner di ultima generazione che consente di digitalizzare film a 16 e a 35mm. Dal 2013 a oggi sono stati digitalizzati 240 film (di questi, 58 filmati sulla Grande Guerra sono visionabili sul canale YouTube della Cineteca).

Parallelamente al patrimonio filmico, negli anni è cresciuto enormemente il patrimonio librario, fotografico e documentario della Cineteca e si è esteso lo spettro delle sue attività, che spaziano dall’editoria alla produzione di documentari, alla gestione della sala cittadina, il Cinema Sociale, digitalizzato nel 2014. Nella sede di Palazzo Gurisatti, regolarmente aperta al pubblico, sono attivi i servizi di consultazione e prestito della biblioteca (25.000 fra volumi e opuscoli di cinema e 800 riviste, storiche e correnti) e della videoteca (oltre 30.000 titoli in vhs, dvd e blu-ray): un’ampia offerta culturale e di servizio pubblico potenziata da un importante lavoro di informatizzazione (sito internet, cataloghi on line).

(nella foto di copertina lo staff della Cineteca del Friuli)