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Marsilio: «Inspiegabile la chiusura delle piscine alle Terme di Arta»

«La chiusura delle piscine delle Terme di Arta priva il territorio di un servizio oltre che turistico anche per le scuole e la popolazione della Carnia. Visto che tale scelta non pare legata al caro energia, è necessario che la Regione, che ha un controllo indiretto attraverso PromoturismoFvg e quindi Git, chiarisca la situazione e trovi una soluzione per non privare, in questo momento delicato, il territorio di un servizio utile». Lo afferma il consigliere regionale Enzo Marsilio (Pd), che attraverso un’interrogazione alla Giunta regionale, porta in Consiglio la questione della chiusura delle piscine nello stabilimento termale di Arta Terme, chiedendo quindi un intervento della Regione.

«Questa scelta lascia diversi punti di domanda – prosegue Marsilio -. A differenza di altre strutture in altre zone della regione comprensibilmente in crisi per l’abnorme aumento dei prezzi dell’energia, il riscaldamento dell’acqua degli impianti di Arta Terme avviene attraverso la centrale a biomassa di proprietà della Comunità di montagna della Carnia, che non ha subito incrementi negli ultimi anni, né variazioni a seguito della crescita dei prezzi del gas. Certamente comprensibile può essere la chiusura della parte delle saune che hanno dei costi legati all’energia elettrica e su cui è ben più complicato intervenire, cosa che invece non incide sensibilmente nel caso degli impianti natatori».

Inoltre, continua l’esponente dem, «bisogna considerare che le piscine delle Terme di Arta sono a servizio dell’intera zona montana e che numerose scuole fruiscono dell’impianto, oltre al fatto che la congiuntura momentanea data dagli aumenti dei costi del gas permetterebbe addirittura un’opportunità di attrattività per il centro termale carnico, grazie agli investimenti e alle politiche energetiche messe in campo nei decenni precedenti che permettono oggi un minore costo di gestione per le piscine rispetto ad altri stabilimenti regionali», conclude Marsilio.