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L’abbraccio del Papa e l’albero dell’Università, “Elisa Valent è ancora tra noi”

È passato un anno esatto da quando, nella notte del 20 marzo 2016, un pullman proveniente da Valencia si schiantò sull’autostrada A7 all’altezza di Freginals, provincia di Tarragona, in cui persero la vita 13 studentesse del programma Erasmus, di cui 7 italiane e tra loro Elisa Valent, la studentessa universitaria 26enne di Venzone. Il dolore per la sua scomparsa ha lasciato in Friuli una ferita aperta e il ricordo indelebile di una ragazza speciale, strappata alla vita troppo presto.

Stamane alle ore 7.00 Papa Francesco ha celebrato a Roma una santa messa per tutti i ragazzi che trovarono la morte in quel maledetto pullman, alla cerimonia erano presenti i genitori di Elisa, papà Eligio e mamma Anna, con la sorella Sara; nel pomeriggio invece a Padova, presso il giardino di Palazzo Maldura dell’università patavina, dove Elisa frequentava il corso di laurea Magistrale in Filologia moderna, è stato piantato l’albero “Elisa”, che con i suoi fiori rosa di prunus si staglierà per sempre a memoria della ragazza. La giornata di oggi non ha riacceso solo il dolore ma anche riportato d’attualità l’inchiesta aperta sull’incidente, che non ha trovato ancora un responsabile.

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“Incidente fatale o omicidio colposo?” è la domanda alla quale le famiglie delle vittime ancora oggi attendono una risposta. Le indagini sulla tragedia sono ancora in corso, con scarsi risultati: “Siamo al terzo giudice responsabile delle indagini in un anno e ancora non abbiamo informazioni sul procedimento che verrà adottato – hanno dichiarato i genitori – La situazione è inaccettabile e ci lascia perplessi. Non sappiamo ancora se verrà aperto un processo penale o no, ma non ci arrenderemo. La verità dovrà venire fuori”.

L’autista alla guida del mezzo nella notte dell’incidente, che fu indagato subito, ammise in un primo momento di essersi addormentato, dichiarazione ritirata in un secondo momento. Ad ottobre 2016 il caso fu inizialmente archiviato, poi grazie anche alle pressioni del governo italiano, nel gennaio scorso la vertenza si riaprì ma ad oggi non è stato ancora comunicato ufficialmente l’eventuale apertura del provvedimento penale.