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La battaglia di identità dei preti di Glesie Furlane nel documentario proposto a Gemona

A conclusione di un intenso tour che lo ha portato in molte località d’Italia e non solo, Missus, il documentario di Massimo Garlatti-Costa sulla battaglia di identità dei preti di Glesie Furlane, è rientrato in Friuli, dov’è nato, e la Cineteca lo proietta al Cinema Sociale di Gemona mercoledì 28 marzo alle 21 (ingresso unico 4 euro). A introdurlo ci sarà il regista Garlatti-Costa, che con la sua Raja Films è anche il produttore.

La globalizzazione avanza a grandi passi e le lotte identitarie sono sempre più irte di difficoltà. Lo sanno bene i preti – gli ultimi, e ormai di una certa età – di Glesie Furlane (la Chiesa dei friulani) che da oltre quarant’anni portano avanti una battaglia quotidiana per mantenere viva la propria lingua non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nella liturgia.

Tutto inizia il 28 agosto del 1974, quando, in occasione di una celebrazione religiosa nelle montagne del Friuli, dieci sacerdoti chiedono ai loro arcivescovi di poter celebrare la messa in friulano ma il permesso viene loro negato. In segno di protesta i preti lasciano sull’altare un documento con le loro richieste, che giacciono tuttora inascoltate. Dalla rottura ideologica con la Chiesa di Roma nasce Glesie Furlane e la sua lotta per affermare quello che i sacerdoti ritengono un diritto irrinunciabile: l’uso di una lingua che è un segno identitario talmente forte da rappresentare – come per tanti altri “piccoli popoli” parlanti lingue minoritarie – la sopravvivenza stessa della loro cultura.

Nella lotta dei preti friulani si riflette quella di 40 milioni di europei – baschi, sardi, bretoni, cimbri, occitani, gallesi, ladini e altri -, culture millenarie diventate minoritarie ma che sono il simbolo della pluralità e della ricchezza storica del Vecchio Continente. Non a caso hanno dato il loro contributo alla promozione del film, oltre alla stessa Glesie furlane, istituzioni quali l’Associazione LEM Italia (Lingue dell’Europa e del Mediterraneo); l’Università “Federico II” di Napoli, l’Università di Teramo, l’Università Francofona dell’Italia del Sud, che hanno presentato Missus tra le minoranze dell’Italia meridionale; l’Università di Parma. E ancora, le comunità ladine della Val di Fassa; il sardo Babel Film Festival e il Suns Europe di Udine, il festival europeo delle arti in lingua minoritaria. Missus è stato presentato anche alle Nazioni Unite a Ginevra, nell’ambito del 9° Forum di Objectif Sciences International, in chiusura della tavola rotonda “Diversità Linguistica, Progresso Scientifico e Sviluppo Sostenibile”.