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In aumento i lavoratori dipendenti stranieri nel settore privato Fvg

Il numero di lavoratori dipendenti stranieri nel settore privato extra agricolo in Friuli Venezia Giulia risulta in deciso aumento negli ultimi anni, tanto da aver ormai superato i livelli precedenti alla crisi. Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo in una rielaborazione di dati Inps. Tra il 2008 e il 2014 si era infatti verificato un calo di circa 3.500 unità (da 36.200 a 32.700), seguito da un incremento di quasi 4.500 lavoratori nel triennio successivo, che ha compensato il precedente andamento negativo. Nel 2017 (ultimo anno attualmente disponibile) il numero di dipendenti stranieri impiegati nelle imprese regionali superava le 37.000 unità, pari a quasi il 13% del totale (contro il 12,2% del 2008). In provincia di Gorizia tale incidenza arriva al 16,1%, mentre a livello nazionale la quota dei lavoratori stranieri sul totale dei dipendenti è inferiore e pari al 10,6%. In questo contesto si ricordare che il numero di residenti stranieri nella nostra regione nel periodo in esame è cresciuto di circa il 30% e tra questi, alla data del 1 gennaio 2018, si contavano 82.600 cittadini in età attiva (compresa per convenzione tra 15 e 64 anni).

Diminuiscono solo in provincia di Pordenone

Rispetto al 2008 gli aumenti più sostenuti si sono registrati nelle province di Gorizia e Trieste (rispettivamente +16,4% e +15,7%), Udine presenta una moderata crescita (+0,7%), Pordenone una sensibile diminuzione (-7,5%). In quest’ultima provincia negli anni più recenti risulta in effetti in calo anche la popolazione straniera residente (-3.700 unità dal 2014 al 2017, fonte Istat). Su questo dato ha influito la notevole crescita delle acquisizioni di cittadinanza italiana (oltre 9.000 tra 2012 e 2017) e il ridimensionamento della componente ghanese, da 1.200 occupati dipendenti nel 2008 a 500 nel 2017 (anche in termini di residenti il loro numero si è dimezzata in pochi anni, da circa 3.000 a poco più di 1.500 nel periodo 2012-2018).

Cresce l’occupazione straniera femminile

A livello di genere si osserva che nell’ultimo decennio è aumentata solo l’occupazione straniera femminile (+15,4% tra 2008 e 2017), mentre quella maschile risulta in calo (-3% sempre nello stesso periodo). Più in generale negli ultimi anni i nuovi posti di lavoro sono stati creati nel terziario, soprattutto in settori in cui tradizionalmente sono impiegate prevalentemente le donne (come alberghi e ristoranti, commercio al dettaglio, servizi alla persona). Nel complesso le lavoratrici donne costituiscono poco più di un terzo del totale degli occupati dipendenti stranieri, con delle punte del 60% per le occupate ucraine e del 45% per quelle cinesi.

Per quanto riguarda le fasce di età la popolazione straniera è maggiormente presente tra le generazioni più giovani anche nel mercato del lavoro. Sotto i 40 anni l’occupazione dipendente straniera è pari a quasi il 20% del totale, per poi scendere progressivamente sotto il 10% tra i lavoratori con più di 50 anni.

I principali Paesi di provenienza

Le provenienze dei lavoratori stranieri rispecchiano la distribuzione sul territorio dei residenti. A livello regionale oltre un terzo dei dipendenti stranieri proviene da Romania e Albania; questi due sono i principali Paesi di origine anche nelle province di Udine e Pordenone. In provincia di Trieste al primo posto si trova invece la Serbia (e Montenegro), Paese di cittadinanza di quasi un quarto dei lavoratori stranieri, mentre nell’isontino al primo posto c’è il Bangladesh (con il 19,5%), che esprime una comunità concentrata nel comune di Monfalcone e legata all’attività cantieristica navale. Si può anche rilevare che i lavoratori dipendenti provenienti dal Bangladesh sono quasi esclusivamente maschi (il 98,7%).

Nota metodologica

I dati illustrati provengono dall’archivio amministrativo Inps delle denunce retributive mensili e riguardano il settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico; vengono considerati i lavoratori che hanno avuto almeno un versamento contributivo per lavoro dipendente nel periodo di riferimento. Si tratta inoltre di dai medi annuali calcolati sulle rilevazioni mensili, che si riferiscono ai lavoratori extracomunitari e ai comunitari nati nei Paesi dell’Europa dell’Est: Bulgaria, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia e Ungheria.