Economia

Graziano Tilatti confermato alla guida di Confartigianato-Imprese Udine

Graziano Tilatti

Sarà ancora Graziano Tilatti, imprenditore edile di Remanzacco, a guidare Confartigianato-Imprese Udine. Eletto a larghissima maggioranza dal consiglio direttivo ieri sera, Tilatti è al suo secondo mandato in provincia, il quarto presidente – dopo Di Natale, Della Mora e Faleschini – della più grande associazione di categoria degli artigiani e delle piccole imprese, forte di ben 7.000 aziende iscritte. Per lui, che guida anche Confartigianato a livello regionale, si tratta dunque di una riconferma, commentata ieri con soddisfazione a margine del voto: “Ringrazio per la fiducia accordatami. Sono felice e motivato per l’attività che ci aspetta e che avvieremo subito. Senza esitazioni”. Questi gli obiettivi che si è dato il presidente: “Anzitutto – ha detto a margine del consiglio – andremo a riposizionare il sindacato, così che oltre a fornire assistenza e servizi diventi sempre più anche un “coach” d’impresa, capace di stimolare la creazione di nuove reti e aggregazioni. Aumenteremo l’efficienza dei servizi che offriamo al tessuto produttivo, anche attraverso sinergie di livello regionale, e ne creeremo di nuovi, più competitivi e in linea con le esigenze degli imprenditori”.

“Sogno una Confartigianato ancor più attiva, al servizio delle imprese e, perché no, capace anche di allargare la grande famiglia di associati, che oggi possono contare sul lavoro di oltre 300 dipendenti a livello regionale, 170 dei quali in provincia di Udine. Collaboratori che colgo qui l’occasione per ringraziare. Tornando alla missione che ci aspetta, i temi sul tavolo sono tanti. Li passeremo alla lente d’ingrandimento nei prossimi quattro anni. Decisi a lasciare un segno. Anche nel credito, che per noi imprese artigiane passa dai Confidi”.

Con lui sono stati eletti anche i tre vicepresidenti. Una conferma, Edgarda Fiorini, e due “new entry”: Francesca Comello e Giusto Maurig (nella foto in alto con Tilatti).

Si conclude così il percorso di rinnovo delle cariche che ha impegnato Confartigianato-Imprese Udine dallo scorso mese di settembre coinvolgendo tutti i 7.000 iscritti che hanno eletto gli oltre 230 rappresentanti territoriali e di categoria. Un percorso che ha portato all’elezione dei nuovi consigli di zona – Alto Friuli, Basso Friuli, Friuli Orientale, Friuli Occidentale e Udine – e dei 33 consigli provinciali di categoria, culminato ieri con l’insediamento del rinnovato consiglio direttivo, composto da oltre 70 persone e chiamato a dare l’indirizzo “politico” all’Associazione.

 

5 SFIDE CHE ATTENDONO, FRA LE ALTRE, L’ASSOCIAZIONE

 

Artigianato 4.0

Si parla molto di Industria o Manifattura 4.0, ma sovente si trascura il ruolo che gli artigiani stanno giocando nell’evoluzione tecnologica del modo di produrre. Una parte di queste aziende – si stima il 5,3% di quelle friulane, ossia più di 700 – fanno dei “bit” la materia prima del proprio prodotto (ICT, prototipazione, automazione, ecc.); tutte le altre devono poter accedere alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali, dall’Internet of Things (IoT), ecc. Rappresentare efficacemente le esigenze delle prime e aiutare tutte le altre ad innovare, rappresentano due sfide con cui Confartigianato deve misurarsi.

 

Mettere in moto un’impresa è un’impresa

Nel corso del 2016 in provincia di Udine sono nate meno di 800 imprese artigiane. Sono molte: in media più di 15 a settimana. Sono però il 33% in meno rispetto al 2006 e il 28% in meno del 2011. La crisi ha pertanto ridotto di un terzo la voglia e la capacità di fare impresa e se le nuove leve continueranno a calare, l’intero tessuto artigiano è destinato a contrarsi. Ricreare le condizioni affinché fare impresa sia più facile e conveniente coincide pertanto con un obiettivo strategico ancora più pressante. In questo modo, tra l’altro, si può sperare di contrastare i vari fenomeni di abusivismo e concorrenza sleale: una criticità denunciata dal 50% degli artigiani friulani.

 

Giovani in fuga?

Solo dieci anni fa, nel 2006, quasi il 20% degli imprenditori artigiani aveva meno di 35 anni di età. Oggi rappresentano appena il 12%, mentre il peso degli over-50enni è cresciuto nello stesso periodo dal 35% al 45%. Sempre in questo decennio il numero di apprendisti artigiani è crollato da 2.400 a poco più di 1.000. Tutta colpa dell’andamento demografico? No, nonostante tanti sforzi e progetti meritevoli i progetti di futuro dei nostri giovani passano sempre più spesso per l’estero o nella ricerca di un lavoro dipendente, magari nella PA. Confartigianato vuole invertire questa tendenza, ma per riuscirci serve un progetto strategico condiviso tra istituzioni, parti sociali, mondo della scuola e famiglie. Le politiche finora seguite non si sono dimostrate sufficientemente efficaci.

 

Il giro dei soldi

Artigiani e piccole imprese rischiano ancora di chiudere non per mancanza di clienti e ordinativi, ma per problemi finanziari. Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese Udine riuscire a incassare dai clienti è un problema per i 2/3 degli artigiani friulani. Nell’ultimo anno, in provincia di Udine, i prestiti bancari alle imprese artigiane sono calati del 4,2%. Per 1/3 degli artigiani friulani il fatturato continua a segnare una contrazione. Tutto questo genera un cortocircuito creando alle imprese sempre maggiori problemi di equilibrio finanziario, in un contesto in cui le piccole operazioni sono antieconomiche per gli istituti di credito. Per questo motivo stiamo lavorando a strumenti innovativi in grado di ridare ossigeno alle aziende e agli investimenti di piccola dimensione tornando a valorizzare le reti e le comunità del territorio.

 

Agganciare le opportunità

Le opportunità di sviluppo e affari non mancano, ma il più delle volte non sono dietro l’angolo, sempre meno possono essere colte da soli e sempre più sovente impongono processi di innovazione, non soltanto tecnologica ma anche organizzativa, dell’impresa. Non a caso è cresciuta al 10% (al 26% nelle manifatture) la quota di imprese artigiane orientate ai mercati internazionali. Il 38% delle piccole imprese italiane realizza investimenti innovativi: un valore superiore di 6 punti rispetto alla media europea. C’è quindi un potenziale di sviluppo tutto da sfruttare e Confartigianato deve continuare a svolgere un ruolo di ‘facilitatore’ delle imprese in questo ambito.