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Gemona, sul futuro del San Michele chiesto un Consiglio comunale aperto

Riceviamo dai Comitati a difesa del San Michele di Gemona e pubblichiamo.


Chiediamo all’Amministrazione comunale di Gemona di indire in tempi brevi un Consiglio comunale aperto, dove la gente potrà conoscere dettagliatamente cosa diventerà il San Michele, il suo cronoprogramma di attuazione, quali servizi offrirà, i suoi reparti con i relativi posti/letto, come e dove verranno impiegati i 10 milioni di euro a disposizione dell’Ospedale e naturalmente l’organico attuale e quello che servirà per gestire il nosocomio.

Leggiamo un’ormai lunga ridda di notizie e comunicati che da tempo, invece di fare chiarezza, hanno ingenerato sfiducia e confusione nell’opinione pubblica. Ma segnaliamo anche la necessità di risolvere definitivamente le infiltrazioni d’acqua del tetto del nosocomio, un fenomeno che si ripete da tempo e che necessita di soluzioni definitive. Il CentroDestra al governo deve dirci anche perchè non intende applicare il Decreto Balduzzi, che prevede un indispensabile Pronto Soccorso e un reparto di Medicina a Cividale, Gemona, Maniago e Sacile. Cosa che loro, guarda caso, avevano chiesto al tempo della riforma Serracchiani. Avevamo chiesto questo nella recente conferenza stampa udinese del Coordinamento regionale dei Comitati e non abbiamo ancora  avuto risposta.

Il motivo è evidentemente politico e non altro, in quanto nei prossimi 5 anni la Regione risparmierà 2 miliardi di euro che non andranno più a Roma e quindi ci saranno 400 milioni in più nel bilancio regionale di ogni anno. A questi si aggiungeranno 125 milioni di euro che arriveranno dal PNRR e quindi la motivazione economica non ha fondamento.

Segnaliamo anche che i tempi di realizzazione della succursale gemonese del Gervasutta si allungheranno a dismisura e ciò lo si evince purtroppo da una nota a mezzo stampa del Gervasutta stesso, motivata dalla cronica carenza di personale. Nel frattempo il PPI rimane chiuso, con grossi disagi per tutto il Gemonese e zone limitrofe e ulteriore carico di lavoro per altri Ospedali. Inoltre bisogna capire quando ci sarà la riapertura, visto che 3 dei 5 medici di emergenza che vi lavoravano, sono andati altrove.

E poi c’è il tema della proposta regionale di creare a Gemona una Casa della Salute e l’Ospedale di Comunità. La Casa della Salute altro non sarebbe che la riedizione degli attuali Centri di Assistenza Primaria, pesantemente contestata a suo tempo dal CentroDestra. Sarano come ora scatole vuote, che attualmente ospitano solo gli ambulatori dei Medici di Base e nient’altro. Gli Ospedali di Comunità, esperienza gia fallita in altre regioni,  dovrebbero ospitare pazienti a bassa intensità, gestiti dai Medici di base, con supporto infermieristico. Ma se all’Asufc in 2 anni sono andati via ben 307 dipendenti e oltre una sessantina sono stati sospesi perchè no vax, chi li gestirà? Non sarebbe meglio al loro posto un potenziamento dei Distretti, per seguire a casa i pazienti dimessi bisognosi di ulteriori attenzioni e nei limiti del possibile i malati cronici?