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“Fûc amì”, a Paluzza lo spettacolo sui fucilati di Cercivento

Cento anni fa, esattamente il primo luglio 1916, quattro alpini furono “fucilati per esempio” a Cercivento: il caporalmaggiore Gaetano Silvio Ortis e il caporale Basilio Matiz di Paluzza, il caporale Giovanni Battista Corradazzi di Forni di Sopra e il soldato Angelo Primo Massaro di Maniago, del battaglione Monte Arvenis, furono passati per le armi per aver protestato di fronte all’ordine di attaccare la vetta del Cellon, presidiata dagli austriaci, di giorno e senza copertura di artiglieria. Proposero di attaccare di primo mattino, con il buio e riparati dalla nebbia, e magari con ai piedi i silenziosi “scarpets” della Carnia invece dei rumorosi scarponi, ma non ci fu nulla da fare: non solo si proseguì con gli attacchi frontali, ma i quattro furono fucilati mentre ad altri 29 alpini vennero comminate pene da 4 a 15 anni.

La storia insegna che la tattica suggerita dai “rivoltosi” venne, in seguito, applicata e si rivelò vincente. Ma l’onore dei quattro fucilati, così come quello di tutti coloro che allora furono giustiziati sommariamente e ingiustamente – dice oggi il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop – deve ancora essere restituito.

Nel 1919 un’amnistia ha sì cancellato le sentenze, ma non ha fatto né risorgere i morti né ridato loro la giusta riabilitazione. Siamo in ritardo rispetto agli altri Paesi europei belligeranti – sottolinea ancora Iacop. Confidiamo che il Parlamento termini presto l’iter della legge Scanu-Zanin sui giustiziati per colpe disciplinari, che ridarà loro almeno la riabilitazione della memoria.

Nel frattempo, tra le iniziative che si stanno svolgendo in questi mesi per commemorare la Grande Guerra, si inserisce appunto lo spettacolo sostenuto dal Consiglio regionale che si terrà a Paluzza venerdì 15 luglio, alle 21.00 al teatro Daniel. Il titolo si spiega da sé: “Fûc amì – Fucilati per l’esempio”.

Modulato come una via crucis laica (12 stazioni, da “Il suicidio d’Europa – Come si spostò l’asse del mondo” a “La ballata di Cercivento”, passando per “Geis di guerra – Volontarie coatte” e “Dio lo vuole – La responsabilità della Chiesa”) e strutturato in forma poetica, “Fuoco amico” intende ricordare e così rendere omaggio alla memoria di questi soldati, nella speranza che siano anche loro considerati dei caduti per la Patria. In più di un’ora di spettacolo, si ragionerà sui “fucilati per l’esempio” attraverso testi di Luciano Santin interpretati da Marzia Postogna, Gualtiero Giorgini e Cristina Santin, a cui si devono anche gli arrangiamenti musicali. Inoltre ci saranno contributi video, testimonianze storiche e canzoni in più lingue.