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In Friuli calano i reati, salvo le truffe online. “E non c’è la spinta ad armarsi”

“Torniamo nelle piazze, a contatto con la gente e le persone. E’ importante perché se da un lato c’è un tendenziale calo delle forme di reato, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia di fronte al fatto che la gente non si sente sicura”. Lo ha detto il Questore, Claudio Cracovia, in occasione della Festa della Polizia che si celebrata anche a Udine, lunedì, in coincidenza anche con i 70 anni della Polizia stradale e i 110 della Polizia ferroviaria.

Negli ultimi 12 mesi, la Polizia a Udine ha registrato un generale calo dei reati, scesi dai 2775 del 2015 ai 2383 del 2016, in particolare dei furti (1.089 di cui 272 in abitazione e 143 in esercizi commerciali) e delle rapine (28). Calano anche le violenze sessuali (10) e i casi di sfruttamento della prostituzione (2). Unico dato in controtendenza è quello delle truffe e frodi informatiche passate da 162 del 2015 alle 244 del 2016. “I risultati operativi – ha aggiunto il Questore – sono soddisfacenti; già il 2015 era stato un anno positivo. Dobbiamo puntare sulla presenza incisiva sul territorio ed essere propositivi come polizia di prossimità e sicurezza partecipata il cui esito può incidere sul senso di sicurezza dei cittadini. E’ la sfida che ci aspetta”. In questo senso sono aumentati i servizi di ordine pubblico svolti (385) e si è avuta anche un’impennata dei veicoli controllati (da 10.702 a 19.387) “grazie ai tablet donati da Confartigianato che ci hanno consentito di eseguire molti più controlli direttamente in strada”

CORSA ALLE ARMI?

Calano le licenze di porto di fucile a uso caccia o per tiro a volo rilasciate dalla Polizia di Stato di Udine. Nel corso del 2016, la Divisione polizia amministrativa della Questura di Udine ne ha rilasciate 1422 contro le 2054 dell’anno precedente, mentre nei commissariati sono scese da 416 a 274 a Tolmezzo e da 381 a 340 a Cividale del Friuli. “Qui non c’è una grande spinta ad armarsi – ha commentato il Questore, Claudio Cracovia – Nel 2015 abbiamo avuto diverse licenze di tiro a volo dovuta alla revisione della detenzione armi che è stata fatta lo scorso anno e che ha portato molti detentori a chiedere la licenza”. In leggero aumento, cresciuti da 40 a 60, i respingimenti delle licenze o nulla osta. “Viene fatta una valutazione molto rigorosa non solo degli aspetti psicofisici ma anche dei requisiti di affidabilità e buona condotta”.

I FLUSSI MIGRATORI 

“Il 2016 è stato un anno molto impegnativo per la gestione dei flussi migratori”. Lo ha affermato il Questore di Udine Claudio Cracovia in occasione della presentazione della festa della Polizia che si celebrerà domani. Nel 2016 l’Ufficio immigrazione della Divisione polizia amministrativa e sociale della Questura di Udine ha trattato 2803 richieste di asilo politico, quasi 1000 in più rispetto al 2015 (1829), al quinto posto in Italia per pratiche gestite dietro “metropoli come Roma, Milano, Torino e Napoli”. E sono stati rilasciati anche 4.516 permessi di soggiorno contro i 2.759 dell’anno precedente. “In città, nelle due caserme, sono stati ospitati 1.200 richiedenti asilo. Abbiamo gestito il fenomeno anche con l’aumento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica per non creare ansie e paure nei cittadini”, ha concluso Cracovia.

LE PROTESTE DEI SINDACATI

Le sigle sindacali della Polizia di Stato maggiormente rappresentative della Provincia di Udine hanno deciso di non prendere parte alla Festa della Polizia che si è svolta lunedì. Con una nota congiunta SAP, CONSAP, UGL, PDS e UILPS spiegano le motivazioni:

C’è poco da festeggiare, per i Poliziotti. Di fronte ad un Governo che, per colpevole inerzia, riduce drasticamente le risorse economiche e umane, di fronte alla chiusura di uffici territoriali strategici, come il Distaccamento di Polizia Stradale di Tolmezzo, di fronte allo svilimento delle funzioni di contrasto alla criminalità, di fronte ad un riordino delle carriere “truffa” attualmente in discussione, di fronte alle umiliazioni che ogni giorno i poliziotti devono subire, non possono presentarsi in piazza con il sorriso stampato sulle labbra, vestiti a festa, con le auto nuove e luccicanti, a raccontare bugie alla popolazione. Le parole di circostanza, le statistiche e i risultati conseguiti che verranno divulgati durante la ricorrenza, sono meri meccanismi di propaganda e pubblicità, che hanno il solo scopo di dare una visione edulcorata e distorta della realtà e prestigio personale a qualcuno.

La triste realtà è che ogni giorni i poliziotti si scontrano con situazioni di precarietà dei mezzi a disposizione, carenze di organico, modifiche di orario per sopperire alle quotidiane emergenze operative, impoverimento degli uffici di supporto, che vengono sguarniti di personale e risorse finanziarie, disorganizzazione di gestione; oltre a ciò, patiscono disparità di trattamento operate da dirigenze che dimenticano sempre più spesso che sono chiamate a gestire risorse umane, anziché burattini e pedine. In questa provincia il personale in divisa ha un’età media di 53 anni. Gli scarsi trasferimenti di forze “giovani” attuati l’anno scorso, hanno tamponato per meno del 10% le fuoriuscite per pensionamenti degli ultimi quattro anni.

Il lavoro è stato ridistribuito tra il personale rimasto ancora in servizio. I servizi esterni aumentano. La gestione del personale denota mancanza di attenzione alla reale risoluzione dei problemi e al rispetto dei contratti di lavoro, il cui rinnovo di quello nazionale è peraltro disatteso da molti anni. Il personale di polizia, ma anche quello civile in servizio presso gli uffici di polizia, viene continuamente umiliato e demotivato. Anche al cittadino non vengono corrisposti doverosi servizi: il rilascio dei passaporti é contingentato, il controllo della Polizia Stradale sulla viabilità ordinarie è pressoché nullo, i posti di Polizia Ferroviaria sono sotto organico e spesso chiusi, gli uffici immigrazione e le frontiere sono chiamate ogni giorno a fronteggiare l’emergenza clandestini, anche se ormai sembra che questa sia la normalità. Anche la Polizia Postale di Udine, fiore all’occhiello per il contrasto dei cyber-reati e l’odiosa pedo-pornografia, è scampata per un soffio alla chiusura, ma verrà oberata da incombenze in quanto, sempre mantenendo lo stesso organico, dovrà sopperire all’esigenza di garantire anche l’operatività delle Sezioni di Pordenone e Gorizia, chiuse di botto, con un tratto di penna, come la Stradale di Tolmezzo.

Che c’è da festeggiare? Chi di dovere decida cosa fare, razionalizzando seriamente le forze in campo, aggregando i diversi corpi di Polizia che svolgono le medesime funzioni, al fine di restituire al cittadino il diritto alla sicurezza e di un vero controllo del territorio e agli uomini e alle donne in divisa la possibilità di poter svolgere fattivamente e con la necessaria serenità, l’importante funzione sociale cui da sempre sono chiamati. Il resto sono solo chiacchiere”.