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Forni di Sotto omaggia la figura di Maria Alberta Nassivera

Anche per il secondo appuntamento dell’evento “Iniziamo da noi” organizzato in modalità telematica dalla Commissione regionale pari opportunità (Crpo Fvg) e moderato da Fulvia Raimo del gruppo di lavoro Azioni positive della Crpo, le storie personali di 12 donne che hanno lasciato o stanno lasciando il segno nella nostra regione sono state raccontate da altrettante donne che hanno voluto esaltare alcuni aspetti della loro vita.

“Si tratta di un progetto iniziato lo scorso anno – ha ricordato in apertura la presidente della Crpo Fvg, Dusy Marcolin – e che in questa edizione ha visto la partecipazione anche degli enti locali, non solo delle associazioni che si occupano del mondo femminile. Sono storie di donne spesso non conosciute ai più perché di loro si parla solo a livello locale, scopo della Crpo è di farle conoscere a tutti quali esempio da seguire”.

Per prima, l’associazione Luna e l’Altra ha raccontato di Maria Campitelli proprio perché “meritevole di essere conosciuta maggiormente di quanto già non sia nel campo dell’arte contemporanea, nella città di Trieste”. Presidente dell’associazione culturale Gruppo78, con le sue iniziative ha portato in città molti artisti di avanguardia degli anni ’80, non senza attirare polemiche per alcune delle figure provocanti che ha avuto il coraggio di presentare.

Dal Comune di Manzano, l’omaggio alla femminista ante litteram Caterina Percoto: “E’ un onore poterla presentare tra le donne di valore e di coraggio del Fvg. Merita di essere valorizzata per quell’esempio di letterata e imprenditrice di avanguardia che è stata, nata 210 anni fa a Manzano”. Tra le tante cose che fece, fu lei a portare dalla Transilvania i bacchi da seta, a non volersi sposare dicendo che non c’era bisogno di farlo visto che non era innamorata di nessuno, a chiedere a Giovanni Verga di farsi interprete per contrastare quella che nell’800 era la consuetudine di relegare le giovani donne alla vita monastica.

A fare il nome di Simona Cigana è stato il Comune di Aviano, ma alcuni aspetti della sua vita sono stati ripercorsi anche dalla presidente Marcolin: “Mancata a soli 30 anni nel 2007, nel corso della sua seppure giovane età ha saputo esprimersi con un occhio di riguardo a quella che è la vera parità di genere e che noi oggi continuiamo a raccontare. La sentiamo sempre presente nella comunità avianese e non solo”. In un momento in cui il giornalismo sportivo era appannaggio maschile, lei ha saputo imporsi con la sua forte professionalità. Il mondo dell’informazione la ricorda ogni anno attraverso un premio, un fondo e un concorso a lei dedicati.

Il gruppo La Coccinella si è stretta intorno a Olga Bianchet, che “nell’anno della pandemia, il 2020, ha deciso di trasferire il suo vissuto da donna colpita da tumore in un libro, Le coccinelle coraggiose, e di donare tutto il ricavato delle vendite al Centro regionale oncologico di Aviano per aiutare la ricerca”.

L’associazione ZeroSuTre ha ricordato Sanaa Dafani, nata in Marocco e morta nel 2009 a soli 18 anni a Montereale Valcellina, sgozzata dal padre mentre andava al lavoro perché rea di convivere con un uomo di religione diversa e senza essere sposata con lui.

Per l’associazione SosRosa Gorizia il nome è stato dell’ex fondatrice dell’associazione stessa nonché di una casa rifugio per le donne maltrattate, Rosaria Di Dato, napoletana del ’47 la cui famiglia si trasferì a Gorizia negli anni ’50. Qui insegna, si sposa, ha due figli e si impegna politicamente. Nel 2008 scopre di avere una grave malattia, muore 5 anni dopo. “Era capace di guardare lontano, attenta agli altri, alle esigenze di chi le stava vicino a cui infondeva coraggio, restò fedele ai suoi ideali anche in politica, era una brava comunicatrice. Con le scuole si è spesa per sensibilizzare i giovani al rispetto reciproco, al riconoscimento dei ruoli”, alcune delle motivazioni della scelta.

Bruna Rota, classe 1930, storica femminista triestina e sempre attiva per i diritti umani, è stata presentata dall’associazione Stati generali delle donne, che con lei ha ricordato quando, con un gruppo di amici, cercava “di aprire i treni – veri carri bestiame, ha sottolineato la stessa Rota – dove facevano salire i ragazzi per deportarli in Germania. Avevamo un concetto di libertà che cercavano di farci sopprimere, ma non potevano accettarlo. Era stata fatta nascere in noi una grande ribellione, una grande rabbia contro i regimi e la presunzione di superiorità di certi individui che, come dei patriarchi, pensavano di poter gestire la vita e il pensiero degli esseri umani e io odio i patriarchi”.

L’associazione IoTuNoiVoi Donne insieme ha segnalato quale esempio di valore e coraggio Samantha Zuccato, avvocata che si scontra quotidianamente con i drammi delle donne e il cui ruolo è di difenderle da ogni atto di violenza e di sopruso. “C’è bisogno di empatia e di fare rete tra noi donne – ha detto lei stessa – altrimenti non cambieremo mai questa cultura che è contro la parità di genere”.

L’associazione SeNonOraQuando di Udine ha esaltato la figura di Maria Letizia Burtulo, “una delle personalità più attive ed eclettiche del panorama friulano, dal settore dell’insegnamento a quello sindacale e politico, sino alla dirigenza dell’educandato Uccellis e alla presidenza, dal 2015, dell’università della terza età di Udine, a cui ha dato notevole impulso”. Di lei stessa, ha detto di essere convinta che l’impiego in ogni settore sia indipendente dall’essere maschi o femmine, secondo una flessibilità essenziale nel mondo del lavoro che pone uomini e donne alla pari.

La maestra di vita per 33 anni Maria Pia Faganello è l’esempio portato avanti dall’amministrazione comunale di Pravisdomini, che di lei ha detto essere stata una figura carismatica seppure fragile, che seguiva il bene comune, una eredità inalienabile, aiutava i più bisognosi, istituì per prima in loco l’assistenza domiciliare degli anziani. Come insegnante, sapeva istruire con il cuore, accogliere e apprezzare i suoi alunni; paziente ma all’occorrenza autorevole, non accettava comportamenti inadeguati.

Per il Comune di Forni di Sotto, Maria Alberta Nassivera, deceduta nel 2012 a 62 anni, era colei che andava ad aiutare le giovani mamme con i problemi dei loro infanti e dava consigli ai nonni perché lasciassero il giusto spazio ai giovani, fu una figura importante per tutta la comunità locale. Suo il forte operato per la cultura, per gli anziani (il cui centro oggi porta il suo nome), per le pari opportunità e per tutta la comunità di montagna di cui fu riferimento. Fece nascere il gruppo Las feminas di For (Le donne di Forni), gruppo di volontarie pronte a dare il loro contributo per opere utili alle borgate.

Da ultimo, il Comune di Premariacco si è collegato affiancando Dorina Furlani, classe 1933, una donna che ha sempre creduto nel valore della cultura e ha conservato i valori della famiglia e della fede, fondamentali per la sua crescita umana. A livello politico, nell’80 è stata la prima donna eletta in Consiglio comunale e poi fu assessore. Sua l’iniziativa – “per passare dalle parole ai fatti”, è stato sottolineato – di garantire l’assistenza domiciliare specie agli anziani, ma la sua attenzione è andata anche ai più giovani. “Abbiamo ascoltato storie straordinarie di donne altrettanto straordinarie; presto riproporremo al territorio questo appuntamento per la sua terza edizione”, è stata la chiosa all’evento della presidente Marcolin.