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Federalberghi FVG su Airbnb: «Dilaga il sommerso turistico, gravi danni per turisti, lavoratori e mercato»

In due anni, afferma Federalberghi Confcommercio, la crescita degli alloggi italiani in affitto sul portale Airbnb è stata del 129%, il dato più elevato in Italia dopo quello del Trentino Alto Adige (132%) e ben superiore alla media italiana del 78%. Nella nostra regione, ad agosto 2018, gli alloggi Airbnb erano 3.775 (397.314 in Italia), 0,20 per chilometro quadrato a fronte di una media nazionale di 0,87 (in Liguria 2,34, e in Lazio, 2,05, la presenza più diffusa sul territorio).

Il rapporto sulla “shadow hospitality”, messo a disposizione delle amministrazioni locali e consegnato al ministro del Turismo Gian Marco Centinaio, preoccupa anche la categoria regionale. Come ha rilevato il presidente nazionale Bernabò Bocca, osserva la presidente Fvg Paola Schneider (nella foto), «l’analisi delle inserzioni smaschera la favoletta del gestore che accoglie l’ospite in casa propria».

Federalberghi denuncia infatti che non si tratta di forme integrative del reddito (oltre il 60% degli annunci sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che ne gestiscono più di 4mila), non si condivide l’esperienza con il titolare (tre annunci su quattro si riferiscono all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno), non sono attività occasionali (il 64% degli annunci riguarda alloggi disponibili per più di sei mesi all’anno) e non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta (gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche).

Federalberghi parla dunque di un consumatore «ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato. Si pone inoltre un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».

Inoltre, nel chiedere regole e controlli anti-illegalità, Federalberghi sollecita misure «che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici, conseguenza della tendenza a sfrattare i residenti, per far posto ad attività di locazione breve, che vengono affittate a peso d’oro». Una soluzione? «Come in altri Paesi – afferma Schneider – le abitazioni private potrebbero essere affittate ai turisti solo se il proprietario è residente nell’appartamento, per un numero massimo di giorni all’anno, per un numero massimo di persone per notte e per una porzione dell’immobile».

Un pensiero su “Federalberghi FVG su Airbnb: «Dilaga il sommerso turistico, gravi danni per turisti, lavoratori e mercato»

  • Gino Gaier

    Decisamente un problema non solo fiscale, ma anche di sicurezza nazionale.
    Chi controlla chi alloggia e/o prenota questi soggiorni brevi?
    Ci saranno sì turisti (di livello molto basso però e quindi gli alberghi non hanno nulla da temere) ma ci potrebbero anche essere criminali o terroristi che senza nessun controllo, vanno e fanno quello che vogliono.
    Abbiamo a disposizione tutte le tecnologie di questo mondo e quindi chi affitta “dovrebbe” almeno comunicare “in tempo reale” alle autorità competenti tutti i dati relativi a chi alloggia (come fanno gli esercizi regolari d’altronde).
    Ma siamo diventati veramente un repubblica delle banane dove tutti fanno quello che vogliono.
    Anche perchè abbiamo una classe politica incapace di vedere ad un palmo dal naso.
    Quando sarà troppo tardi se ne accorgeranno anche loro e saranno “cavoli acidi”.
    Per chi è interessato, a Collina di Forni Avoltri il 7 ottobre ci sarà la “Festa dei cavoli nostri”.
    Lì almeno (i cavoli) li troviamo freschi.

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