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Sabato 29 a Tolmezzo il 19° Convegno di Medicina Interna dell’Alto Friuli

Anche quest’anno la Medicina Interna dell’Ospedale di Tolmezzo, diretta dal primario dott. Vito Di Piazza, organizza sabato 29 settembre il Convegno di Medicina Interna dell’Alto Friuli. Il convegno si svolgerà dalle 8.30 al Teatro Candoni e i saluti all’inizio dei lavori saranno portati  dal Direttore dell’Azienda Sanitaria n.3 Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli, dott. Pier Paolo Benetollo

E’ un appuntamento di rilevante importanza per la sanità locale e regionale poiché rappresenta una stimolante occasione di aggiornamento professionale e di confronto, a cui partecipano medici degli ospedali della nostra regione, del Veneto e medici di medicina generale dell’Azienda Sanitaria “Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli”.

Il dott. Vito Di Piazza

Il convegno è giunto alla diciannovesima edizione, grazie anche all’incoraggiamento avuto dai medici partecipanti in questi anni a continuare nel proporre una modalità di aggiornamento funzionale non solo ad acquisizioni scientifiche teoriche, ma a delineare linee guida per percorsi diagnostici e terapeutici da applicare nella pratica clinica quotidiana. Negli anni questo convegno, cui hanno sempre partecipato i migliori relatori italiani e in alcune edizioni anche stranieri, ha consentito di instaurare e poi mantenere relazioni scientifiche con le varie università italiane, che hanno permesso di non essere marginali ma di tessere relazioni costruttive per una crescita continua e stimolante, volta non solo all’assistenza che generalmente viene richiesta ai medici ospedalieri, ma anche ad attività scientifiche arricchenti e stimolanti. Si è di fatto creata una rete di relazioni importanti per il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale di Tolmezzo.

Si sono iscritti al convegno  300 medici. E’ importante l’iscrizione numerosa anche dei Medici Specializzandi, in particolare in Medicina Interna, Geriatria e Medicina d’Urgenza dell’Università di Udine, di quella di Trieste e anche dell’Università di Padova e dei medici iscritti alla Scuola CEFORMED della nostra regione, che rappresenta la scuola di formazione per i futuri medici di medicina generale.

“Fondamentale- afferma il dott. Di Piazza– è la trasmissione di conoscenze non solo teoriche ma di pratica clinica ai giovani medici che devono avere e riconoscere in noi che già da tempo esercitiamo la professione, delle figure di riferimento in un momento storico in cui vengono di fatto a mancare i maestri e scuole di trasmissione del sapere a cui riferirsi nel presente e nel futuro. Ognuno di noi deve sentire il dovere di mettere a disposizione dei giovani le proprie conoscenze scientifiche , dare esempio di comportamenti eticamente ineccepibili e col proprio fare e saper fare, stimolare in loro la passione, sensibilità e dedizione che il lavoro di medici richiede. Per i giovani medici dobbiamo diventare credibili e di riferimento. Tra gli sponsors va ricordata la Camera di Commercio di Udine che ha  ben compreso l’importanza di questo evento per il territorio e la Sanità della montagna-continua il dott. Di Piazza- a cui va un ringraziamento del tutto particolare”.

Nella prima sessione dei lavori sono previste una relazione sulle principali malattie infettive delle persone che rientrano da viaggi soprattutto all’estero, tenuta dal Prof. Bassetti, Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Università di Udine, ed una svolta dal Prof. Cazzola, Direttore di Ematologia dell’Università di Pavia. E’ fondamentale che una persona che rientra da un viaggio e presenta febbre si rivolga subito al medico in quanto può avere una malattia infettiva che va individuata precocemente per instaurare terapie adeguate che consentano , dopo una corretta diagnosi, la guarigione della malattia. Un ritardo diagnostico in alcuni casi può comportare un quadro clinico severo e anche la morte del paziente. Tra le malattie infettive che possono essere contratte vanno ricordate in particolare la malaria, la febbre gialla, la dengue, l’AIDS. La dengue può rilevarsi mortale nel 2-3% dei casi quando si presenta in forma emorragica e arrivare a una mortalità del 20% se non trattata adeguatamente. Meno aggressive zika e chikingunyam che comunque vanno diagnosticate tempestivamente e gestite da specialisti, come anche la malaria. Molte di queste malattie possono presentarsi come sindromi influenzali.

 

Il Teatro Candoni

Importante anche la relazione svolta dal Prof. Cazzola che parla delle ipereosinofilie, trattando la sintomatologia, l’iter diagnostico e le terapie. Molte sono le malattie che possono accompagnarsi all’aumento degli eosinofili, che sono cellule prodotte nel midollo osseo. A volte non si trova la causa del loro aumento, ma sono malattie che devono essere trattate adeguatamente in quanto possono determinare sintomi in più organi( apparato respiratorio, nervoso, gastrointestinale, cuore) e diventare gravi. Oggi si dispone di nuovi farmaci da utilizzare quando le terapie tradizionali non risultano efficaci. Il prof Cazzola è uno degli ematologi più famosi a livello mondiale

Nella seconda sessione dei lavori sono presentate due relazioni: la prima verterà sulle sindromi overlap in reumatologia e sarà presentata dal Prof. Ferraccioli della Clinica Reumatologica dell’Università Cattolica di Roma; la seconda sarà svolta dal Prof. Magrini dell’Università di Pavia che parlerà sugli aggiornamenti nei Linfomi di Hodgkin.
Alcune malattie reumatiche possono presentarsi con sintomi che appartengono anche ad altre patologie reumatiche  e quindi ci sono quadri clinici sovrapposti che il reumatologo deve saper riconoscere. I nuovi farmaci cosiddetti biologici, quando hanno fallito le terapie tradizionali, possono provocare un netto miglioramento e portare queste malattie in remissione clinica, con scomparsa dei dolori e prevenzione delle sequele negative. Importante è il loro impiego precoce, generalmente dopo tre mesi dal non miglioramento con i farmaci tradizionali. Il Prof. Magrini, come detto, parlerà sugli aggiornamenti nei Linfomi di Hodgkin: ci sono schemi terapeutici che determinano la guarigione di questa malattia, un tempo mortale.

Nella terza sessione è prevista una tavola rotonda con discussione di casi clinici di pazienti ricoverati presso la Medicina dell’Ospedale di Tolmezzo e due relazioni , una del Prof. Sinagra, Direttore della Cardiologia di Trieste, che parlerà sulle sindromi coronariche acute nei pazienti anziani: quando procedere alla cardiologia interventistica e quando limitarsi alla sola terapia medica. La seconda relazione sarà svolta dal Prof.Alberti professore di Gastroenterologia dell’Università di Padova e uno degli epatologi più celebri a livello mondiale. Parlerà sui nuovi farmaci utilizzati nella cura dell’epatite da virus C; questi farmaci ,recentemente introdotti , consentono la definitiva guarigione della epatite.

“Viene annualmente organizzato un convegno di medicina interna per la ferma convinzione – aggiunge il dott. Di Piazza- che il medico internista debba riappropriarsi di un ruolo preminente e fondamentale, in un momento in cui nella sanità si stanno dando risposte frazionate, spesso troppo specialistiche e settoriali ai problemi clinici dei malati. L’internista ha il compito della sintesi e della valutazione unitaria e globale dell’ammalato, che purtroppo vengono sempre più spesso a mancare nella medicina attuale. Sono profondamente convinto che sia indispensabile non solo curare ma anche prendersi cura delle persone e prendere a cuore il loro percorso, e che sia importante credere nella medicina come percorso nel quale il medico mette le proprie competenze al servizio degli altri. L’internista è il medico che ha una visione olistica della medicina che non distingue tra mente e corpo, accoglie i vantaggi del progresso scientifico e tecnologico e deve diventare la medicina della persona. Per non perdere questa impostazione è fondamentale che , soprattutto gli specializzandi in medicina interna presso le scuole di specialità universitarie e i medici che frequentano la scuola regionale per diventare medici di medicina generale, vengano formati con questa mentalità e con una metodologia clinica idonea a valutare il paziente nella sua globalità. Sarà ribadito all’inizio dei lavori come la cura sia relazione fiduciaria, complessa, difficile da insegnare e da imparare, che mette alla prova emozioni e l’equilibrio personale di ciascuno. Il medico che si fa carico di tale relazione, perché ne ha capito e sperimentato la forza, è un vero curante”.

AUDIOINTERVISTA AL DOTTOR DI PIAZZA