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Omicidio Nadia Orlando, respinto il ricorso della Procura, Mazzega rimane ai domiciliari

«Come cittadino non sono contento, ma come magistrato non sono stupito». Lo ha dichiarato il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, commentando la decisione della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro l’ordinanza del Riesame che aveva concesso i domiciliari a Francesco Mazzega, reo confesso dell’omicidio di Nadia Orlando, la giovane fidanzata di Dignano.

«Vista la formula con cui la Corte si è pronunciata – ha proseguito il pm – i giudici della Cassazione hanno ritenuto che le nostre sono doglianze di merito e non attingono la legittimità. Evidentemente non ha ravvisato vizi che potessero rendere illegittima l’ordinanza. La nostra impugnazione era doverosa il problema non è nella decisione del Riesame ma nella legge, come tante volte ho avuto occasione di ricordare».

LE REAZIONI DELLA FAMIGLIA DI NADIA

«La famiglia Orlando ha appreso con estremo rammarico del rigetto da parte della Cassazione del ricorso della Procura della Repubblica di Udine contro il provvedimento con il quale sono stati concessi i domiciliari all’assassino di Nadia – riferisce in una nota l’avvocato della famiglia, Fabio Gasparini -. In attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato la Suprema Corte ad adottare una tal decisione, purtroppo il senso di giustizia a cui i familiari di Nadia stanno disperatamente cercando di aggrapparsi sta subendo duri contraccolpi».

«Il fatto che il Mazzega, dopo aver brutalmente ucciso Nadia, abbia mentito ripetutamente, non abbia collaborato con gli inquirenti e, ciononostante, possa continuare a beneficiare degli arresti domiciliari presso la casa dei genitori è circostanza che aggrava il dolore dei familiari di Nadia e che risulta umanamente incomprensibile».

«In qualità di legale della famiglia Orlando, pur conscio delle valutazioni giuridiche e normative prese in considerazione dal Tribunale del Riesame prima e dalla Corte di Cassazione poi, auspico che la giustizia faccia il suo corso e non posso che sostenere i miei assistiti affinché la loro pazienza non diventi rassegnazione e affinché non perdano la speranza che all’esito del processo sia inflitta una pena giusta e certa all’assassino di Nadia».

LE DICHIARAZIONI DI BARBARA ZILLI (LN)

<<Una decisione che ci consegna l’ennesima ingiustizia sostanziale consumata dietro il formale rispetto di norme che necessitano di essere modificate.>> Barbara Zilli (LN) commenta così la decisione che conferma la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il reo confesso assassino di Nadia Orlando, uscita proprio in queste ore dal Palazzaccio di Roma.

Barbara Zilli

<<Di buonismo, in Italia, si muore e le vittime finiscono per essere i colpevoli. Vi sono reati – continua Zilli – per i quali non è possibile eccedere di zelo garantista neppure nella fase anteriore al processo e dove è necessario intervenire preventivamente per garantire la sicurezza della comunità. Per questo motivo ho depositato in Consiglio regionale un voto alle Camere che è stato condiviso da tutta l’opposizione e che chiede l’impegno della Giunta nel farsi promotrice nei confronti del Parlamento per una modifica della disciplina delle misure cautelari in tal senso.>>

<<Di fronte alla conferma che Mazzega può attendere il suo destino comodamente dal divano di casa, esigiamo che Serracchiani dichiari che la Regione si costituirà parte civile nel processo, rispondendo ad un’altra nostra mozione depositata e dimenticata ormai da mesi in Consiglio. La decisione odierna è un pugno nello stomaco per tutti i quei friulani che hanno attestato la solidarietà e l’impegno della comunità. La Presidente della Regione se ne assuma la responsabilità.>>