CulturaGemonese

Approda a Gemona la mostra “Plasticocene: l’antropizzazione del mare”

La mostra “Plasticocene: l’antropizzazione del mare”, ideata dall’artista Elisabetta Milan, giunge anche a Gemona del Friuli, dove sarà inaugurata sabato 23 marzo alle ore 18, presso le sale espositive di Palazzo Elti, in via Bini.

“Una riflessione su questi temi è sempre doverosa e di grande impatto – afferma il vicesindaco e assessore alla cultura Flavia Virilli -, la protezione del mare inizia dalla montagna, dalla salute dei fiumi. Lo sguardo privilegiato dell’arte, insieme alla promozione di condotte attente a tutelare l’ecosistema e a ridurre l’inquinamento, saranno la chiave di lettura di questa importante iniziativa, che la nostra amministrazione è felice di sostenere insieme ai partner scientifici coinvolti, al Club Rotary Gemona del Friuli Collinare e all’azienda Preco System, co-sponsor dell’iniziativa”.

L’iniziativa è stata pensata e proposta proprio dal Club Rotary Gemona Friuli Collinare e dal suo presidente Gioacchino De Giorgi, con il sostegno di Raul Venier, fondatore e amministratore di Preco System, in quanto tale iniziativa risponde perfettamente all’obiettivo del service del Distretto 2060, per l’anno 2024, ovvero: promuovere attività di sensibilizzazione su temi ambientali con particolare attenzione all’inquinamento da plastiche e microplastiche.

Il progetto ha visto anche la collaborazione del Club Rotary di Cividale del Friuli in quanto la mostra è stata ospitata a Palazzo de Nordis.

Il percorso di Plasticocene è stato ideato da Elisabetta Milan, artista divulgatrice, guida d’arte e snorkeling di WWF AMP Miramare, fondatrice dell’omonimo progetto, con il supporto scientifico di WWF Area Marina Protetta di Miramare (Trieste).

Tra i partner scientifici di Plasticocene oltre a WWF Area Marina Protetta Miramare si annoverano: OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, Marevivo Delegazione FVG e Mumble Design.

Il termine Plasticocene identifica l’epoca che stiamo vivendo, in cui la plastica ha caratterizzato ogni ambiente naturale ed ogni attività umana.

Il progetto, fondato nel 2020 e già ospitato in prestigiose sedi istituzionali, si propone di divulgare e di sensibilizzare attraverso l’arte le problematiche ambientali che infliggono i mari, relative soprattutto all’inquinamento da plastiche e microplastiche.

Il percorso rientra pienamente nel Decennio per gli Oceani 2020/2030, indetto dall’Onu, si prefigge di portare attenzione sul ruolo fondamentale che il mare ha per la vita dell’uomo: si pensi alla produzione del 50% dell’ossigeno per effetto del plancton e del verde di mare. L’uomo vive, senza accorgersene, immerso in un’idrosfera in cui tutto è Oceano.

A supporto delle installazioni artistiche realizzate con svariati materiali, tra cui reti fantasma, boe e plastiche recuperate ci sono 11 pannelli informativi scritti con il contributo scientifico dei biologi di WWF AMP Miramare.

Gli argomenti trattati del percorso sono: la nascita e la differenziazione della plastica, con particolare riferimento alla micro e alla nano plastica, la corretta raccolta, il riuso ed il riciclo della stessa (3R), la formazione delle isole di plastica e della plastisfera, la tropicalizzazione in particolare del Mare Mediterraneo causata dai cambiamenti climatici, dall’innalzamento di temperatura, dalla sovra-pesca, dall’inquinamento e dall’arrivo di specie aliene.

Un messaggio primario che vuole essere veicolato dall’esposizione è il seguente: “Il mare inizia dalle nostre abitudini quotidiane, inizia già in città, dalla campagna, dal fuori città, non inizia solamente sulle coste e spiagge”.

Da qui nasce l’idea di collocare simbolicamente delle targhe con la scritta “Non gettare nulla il mare inizia QUI” sui tombini principali di Gemona del Friuli ad indicare che tutto ciò che viene gettato erroneamente o volontariamente in questi ultimi finisce in mare ed entra nella catena alimentare dei pesci e dell’uomo stesso.

Al termine del percorso i visitatori prendono coscienza del problema, diventandone consapevoli e assumendosi il ruolo di ambasciatori del mare: “ogni singola persona rappresenta una goccia d’acqua, ma tutti assieme possono formare un oceano”.

L’installazione del “Nautilus” rappresenta simbolicamente la possibilità data dall’ambiente di invertire la tendenza e di migliorare lo stato di salute del mare attraverso piccoli gesti quotidiani, soprattutto facendo un uso più consapevole della plastica, che non vuole essere assolutamente demonizzata.

Per calare ancor più la mostra sul territorio ospitante si è pensato di creare un apposito pannello dedicato al fiume Tagliamento, alla sua peculiarità ed alla sua storia, per far capire ai visitatori quanto sia importante salvaguardare da rifiuti questo importante corridoio ecologico.

Troppo spesso purtroppo i fiumi possono diventare vere e proprie corsie preferenziali per trasportare la plastica in mare e rendere davvero complesso il suo recupero. 

Sono previste anche attività didattiche per le scuole del territorio che hanno aderito all’iniziativa, in cui si alterneranno visite guidate alla mostra con Elisabetta Milan e laboratori con operatori dell’Area Marina Protetta di Miramare.

A conclusione della visita a tutti gli studenti verrà lasciato un Vademecum in carta riciclata con 12 suggerimenti da poter concretizzare nelle proprie abitudini quotidiane per ridurre l’impatto della plastica nelle proprie vite.

La mostra sarà aperta fino al 30 aprile, da giovedì a domenica, con i seguenti orari: 10-12.30, 14.30-18.