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Riforma del servizio idrico, Comitati pronti al Referendum

Così come è stata scritta la riforma regionale in materia di “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani” non va. E a dirlo non ci sono più solo i comitati ma anche circa una quarantina di sindaci del Friuli Venezia Giulia, trasversali territorialmente e politicamente, oltre poi ad esponenti politici del Movimento 5 Stelle, di Sel, del gruppo Misto, della Lega Nord.

acqua torrenteSi sono ritrovati ieri a Udine per esporre le loro ragioni e chiedere delle modifiche drastiche al testo della proposta di legge n.135, appena licenziata dalla commissione consiliare competente, facendo valere al contempo lo Statuto regionale che su tale materia prevede la competenza esclusiva, come ha specificato Massimo Morettuzzo, primo cittadino di Mereto di Tomba, capofila dei sindaci. I medesimi concetti che sottolineano Marco Iob, del comitato acqua bene comune del Fvg e Franceschino Barazzutti, a nome dei Comitati per la tutela delle acque montane. E proprio quest’ultimo ha definito “carità” la modifica inserita dalla commissione consiliare che per talune zone svantaggiate prevedrebbe degli sconti sulla tariffa dell’acqua solamente però per i possessori della carta famiglia.

“Abbiamo chiesto il rinvio della discussione e votato contro questo provvedimento – ha dichiarato Cristian Sergo del M5S – che di speciale non ha nulla e che potrebbe esserlo davvero se solo la politica lo volesse invece di accettare i diktat romani”. Si perché proprio nella Capitale nel frattempo, alla Camera dei Deputati in questi giorni si sta discutendo una proposta di legge a favore dell’acqua “pubblica”, come ha reso noto la vice-presidente della Commissione Ambiente, Serena Pellegrino di Sel: “Il Pd dopo aver taciuto per mesi ha presentato una serie di emendamenti che semplicemente – ha ricordato Pellegrino – sovvertono completamente lo spirito stesso della proposta, teso a ripubblicizzare la gestione dell’acqua”.

In attesa di cosa risponderà Trieste, i Comitati mettono già in guardia: “se non arriveranno risposte – ha specificato Barazzutti – siamo pronti ad imboccare la strada del referendum”.