PALUZZA: Tagliati i tre faggi secolari di Timau

Tagliati i tre faggi secolari del “balli”. Il muraglione paramassi cancella una delle tracce leggendarie del paese.
Ogni pianta custodiva più di trecento anni di storia. La Regione FVG le aveva classificate monumento naturale. E a Timau la rabbia e il dolore sono grandi.

Il tanto discusso e contestato vallo para massi di Timau ha già fatto i primi danni, ancor prima di essere eretto. Mercoledì 16 gennaio la ditta che si sta occupando della costruzione del mega muraglione – la Vidoni di Udine – ha abbattuto tre monumenti naturali: i tre faggi secolari, angeli custodi del paese. Si trovavano sopra la borgata Oubarlont del Pauarn. I tre alberi erano posizionati nel Balli, ovvero, com’è chiamata in timavese, la piccola boscaglia, bandita al taglio, che fino a ieri garantiva una protezione naturale dalle valanghe invernali e dai massi che si staccavano dalla Creta e dal Ganzsshpiz. C’è un epigrafe, ora, attaccata per le strade del paese. Recita più o meno così: “Nooch longa zait asa in ziin sent gabeisn, hontuns glosn vir obliala”, che tradotto significa: “Dopo lunga vita ci sono state tolte per sempre, tra l’indifferenza di tutti”.
Tre secoli di storia.
Il grosso solco del vallo è una ferita di terra bruna sopra Timau. Si estende per chilometri proprio sopra il paese. Lo isolerà dalla montagna e dai suoi pericoli. Il taglio di quelle piante di faggio sono una ferita nella ferita. Alla storia in primo luogo. Due erano i più importanti. Il più grande aveva una circonferenza di 5,20 metri, un diametro di 165 centimetri e un altezza di 25 metri. Vicino, un colosso di ventisei metri, dalla pancia di 4,80 metri e con un diametro di 1,50. Ciascuno custodiva, inanellati dietro una spessa corteccia, più di trecento anni di storia. L’azienda dei parchi e delle foreste della Regione li aveva addirittura catalogati nei suoi archivi. Le loro foto si possono ancora vedere nel libro “Grandi alberi e monumenti naturali del Friuli V.G.”.
Un taglio inatteso, dopo che Giovanni Puntel, l’ingegnere che segue il progetto, aveva dichiarato, in un intervista pubblicata sull’ultimo numero del periodico trilingue Asou Geats che “il vallo viene costruito al limite inferiore del bosco di faggi senza interessarlo”.
Rabbia e dolore
Dal 1909 al 1986, Timau fu minacciato 11 volte dalle valanghe della montagna e 11 volte fu salvato dalla faggeta del Balli. “Se non fosse stato per quegli alberi quella borgata sarebbe stata continuamente distrutta. Loro erano i nostri guardiani, adesso ci hanno tolto veramente le fondata” commenta la gente. Fino agli anni ’40, le guardie comunali controllavano che ogni benché piccolo arbusto del boschetto non fosse spostato o tagliato. Tutto serviva per proteggere il paese.
Esplode un senso di rabbia a Timau. Rabbia e dolore insieme, per chi ha visto distruggere gli alberi secolari del Balli. Intere generazioni hanno giocato ai suoi piedi, si sono arrampicate ai suoi rami, hanno scritto le loro iniziali su quei tronchi vecchi e inermi. Nel marasma generale del progresso, si dimenticano la storia e le tradizioni, il bagaglio culturale del passato. Si cancellano anche le leggende, quelle che si erano create attorno ai tre faggi secolari. Che, da quel mercoledì 16 gennaio, sono diventati pure loro una leggenda. (di Oscar Puntel, da www.taicinvriaul.org)