TOLMEZZO: Anche aiuti friulani per i malati di Aids del Togo

Un aiuto ai malati di Aids del Togo nel nome di san Luigi Scrosoppi. È questo lo scopo del “progetto Aids”, l’iniziativa fortemente voluta dalle suore della Provvidenza con lo scopo di mettere in pratica la volontà del santo friulano.
«La decisione è stata presa in linea con il suo ultimo miracolo, la guarigione delle complicanze di un malato di Aids – ha spiegato suor Stefania, presente in questi giorni in Carnia in occasione della “Settimana della carità” – La nostra congregazione ha perciò deciso di erigere, grazie alla carità nostra e di chi ci crede, un centro per malati di Aids». In Africa le suore sono presenti anche in Costa d’Avorio, ma la scelta è caduta sul Togo perché questo paese è molto più povero: «Inoltre qui è già presente un dispensario di malattie generali, perciò le forze non vengono disperse – aggiunge suor Stefania – La struttura è lontana dai nostri schemi perché vogliamo che lo spirito sia più africano che europeo, questo per permettere ai residenti di proseguire il lavoro anche quando noi non ci saremo».
Fra l’altro in Togo, al contrario dell’Italia, la vocazione sta rifiorendo e i giovani vengono preparati dalle suore sia in campo infermieristico che educativo. La prima fase del progetto si è già conclusa con l’affitto di una casa, adibita a poliambulatorio. Ora però sta partendo la seconda, la costruzione del dispensario che, solo per le opere murarie, costerà 110.000 euro: «Grazie alla “Settimana della carità” abbiamo raccolto 145.000 euro; devo perciò ringraziare tantissimo i friulani, che si sono dimostrati molto sensibili – dice suor Stefania – Entro sei-otto mesi la struttura dovrebbe essere completata». Poi però saranno necessari altri finanziamenti perché la cifra necessaria per un malato di Aids è di oltre 300 euro ogni due mesi mentre un bambino orfano, figlio di genitori morti a causa della malattia, per essere avviato a un’istruzione e a un inserimento nella società, costa 300 euro all’anno.
L’impostazione della struttura sarà più familiare rispetto ad un ospedale in quanto è previsto un servizio di refezione oltre a momenti di svago per gli ospiti. «In Togo non esiste nessuna struttura simile – conclude suor Stefania – Perciò il centro, che ovviamente verrà denomimato “san Luigi Scrosoppi”, sarà un segno di speranza nella lotta all’Aids, un segno possibile grazie anche al contributo della gente carnica e friulana».
(di Bruno Tavosanis, da Il Gazzettino)