TOLMEZZO- Seima Elettronica, nota della Fiom Cgil Alto Friuli

Con riferimento alla vicenda relativa alla SEIMA ELETTRONICA di Tolmezzo, la FIOM CGIL dell’Alto Friuli ritiene che sia importante l’annuncio dello svincolo del capannone di Villa Santina, di proprietà della Comunità Montana della Carnia, dal resto del patrimonio della SEIMA ELETTRONICA.

Questo fatto rende evidente la possibilità di aprire delle possibilità nuove ai soggetti che potrebbero intervenire per salvaguardare i posti di lavoro della SEIMA ELETTRONICA stessa.

La FIOM CGIL dell’Alto Friuli, ritiene però che sia quanto mai opportuna una scelta oculata dei soggetti che dovranno intervenire, per evitare i problemi che hanno portato nel nostro territorio quegli imprenditori che, attratti dalle agevolazioni, dalla manodopera a costo limitato o, per dirla come l’assessore all’industria Bertossi, attratti dai saldi di fine stagione, si fermano nel nostro territorio il minimo indispensabile e poi se ne vanno lasciando miserie e disoccupazione. Gli esempi delle occhialerie, negli anni novanta, e recentemente dal caso Dè Longhi, sono a testimoniare questo fatto.

A questo punto si impone una vera scelta strategica che coinvolga il nostro territorio e che si punti ad attrarre quell’imprenditoria disponibile ad investire in ricerca; tecnologia; qualità.

I lavoratori della SEIMA ELETTRONICA, sono appetiti proprio perché hanno una alta specializzazione. Questa caratteristica, però, non è stata sufficiente a salvare la loro azienda, in quanto il contoterzismo, nell’elettronica è pur sempre una lavorazione che, per la bassa redditività, l’alto costo dei magazzini, e la sempre incombente “minaccia cinese”, rischia la delocalizzazione. A questi fattori, comuni a tutte le aziende del settore, se si aggiunge il fattore FINMEK-FULCHIR, si comprende la motivazione della “tragedia industriale” cui è stata soggetta l’azienda di Tolmezzo.

Per evitare questo è necessario che il capannone di Villa Santina, che dovrà essere assegnato a chi vorrà garantire i posti di lavoro della SEIMA ELETTRONICA, sia occupata da un soggetto che porti, oltre ai volumi di lavoro necessari per far lavorare 120 persone, anche produzioni di alto valore aggiunto, che sono possibili in mercati di nicchia dove la qualità del servizio è più importante della quantità del prodotto. Inoltre sarebbe opportuno che possa anche sviluppare quello che a SEIMA ELETTRONICA è sempre mancato e cioè quell’attività di assistenza, consulenza e soprattutto proposizione ai clienti, che possa orientare gli stessi su scelte funzionali agli interessi comuni.

E’ evidente che in questo caso il ruolo della regione può risultare decisivo, proprio per sostenere quelle attività che necessitano di investimenti in ricerca, tecnologia, ed alta specializzazione.

E’ per questo che è necessario che vengano valutate con attenzione le opportunità che sono presenti sul tavolo e che i soggetti interessati vengano coinvolti in prima persona, a partire dai lavoratori.