FORNI AVOLTRI- Ferrari: “L’Anas non dimentichi la Ss 355”

Il sindaco di Forni Avoltri Emanuele Ferrari non ha nascosto una certa perplessità dopo l’annuncio, da parte dell’Anas, dei lavori programmati in Carnia nel 2005 e nel 2006. “Ben vengono gli investimenti sulla Ss 52 della Val Tagliamento, ma è necessario dare la giusta attenzione anche alle altre strade della montagna”, dice Ferrari, sicuro di interpretare il pensiero dei colleghi sindaci, in particolare quelli della Val Degano. “Premetto che non voglio assolutamente innescare una guerra fra poveri, ma mi appello alla sensibilità di tutti i consiglieri regionali eletti in Carnia e dell’assessore Enzo Marsilio, affinché inseriscano anche le nostre tratte nei nuovi piani della viabilità- aggiunge Ferrari-. Ci vogliono investimenti seri, in particolar modo sulla Ss 355, visto che questa strada passerà alla Regione. E’ quasi superfluo ricordarlo, essendo la situazione sotto gli occhi di tutti, ma ribadisco che in vari tratti, dal ponte di Muina a Comeglians fino a Rigolato, sono necessari urgenti e definitivi interventi”. Il sindaco fornese ammette che un grosso passo avanti è stato fatto con la prossima realizzazione della Variante di Tors, ma precisa: “Ci sono molti altri punti neri, fra i quali Muina di Ovaro, la serie infinita di curve fra Comeglians e Rigolato, l’uscita della nuova galleria di Tors in direzione Forni Avoltri, il vecchio tratto di strada Piani di Luzza-confine regionale, abbandonato ormai dal lontano 1966”. Ferrari, quindi, si augura che, dopo la Val Tagliamento, anche la Val Degano sia inserita nei prossimi piani di intervento: “Del resto sulla Ss 355 transitano i mezzi pesanti della Goccia di Carnia, quelli utilizzati dalle cave di marmo e dell’industria del legname, autobus che trasportano studenti e pendolari, e per le auto è quasi impossibile effettuare in sorpasso nel tratto Comeglians-Sappada- conclude Ferrari-. Un guaio non solo per i disagi arrecati ai residenti, ma anche per i turisti che, conoscendo la situazione viaria, preferiscono rinunciare a raggiungere le nostre zone”.
(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino)