CarniaPrimo pianoTerritorioVarie

Tiramisù, riesplode la guerra tra Veneto e Friuli. Zaia: “Impugno il decreto”. Shaurli: “Si rilassi”

L’ATTACCO DI ZAIA

“Di fronte a questo decreto resto letteralmente basito. Mi auguro che il ministro lo abbia fatto in buona fede e che qualcuno gli abbia rifilato carte non completamente esatte, altrimenti ci sarebbe veramente da preoccuparsi”: a dirlo il governatore del Veneto Luca Zaia riguardo al decreto del Ministero delle Politiche agricole sul tiramisù “friulano”, che si dice pronto a impugnare se non dovessero essere ascoltare le ragioni dei veneti e lo stesso non dovesse essere ritirato.

Luca Zaia (Presidente Regione Veneto)

“Non esiste – dice Zaia, sentito dall’ANSA – che nella politica di protezione dei prodotti con riferimento ai marchi e alle protezioni – ce lo insegnano i grandi marchi come Igp o Dop – si dia una risposta monocratica e unilaterale a un singolo che chiede una protezione. O meglio: non mi sorprende che il Friuli Venezia Giulia faccia una richiesta. La avanzi pure e il ministro la recepisca con tutto quello che può sostenere il Friuli Venezia Giulia, ma un ministro ha il dovere di sentire i territori per sapere se qualcun altro ha interessi su questo prodotto. Firmando questo decreto e attribuendo al Friuli Venezia Giulia questo primo segnale di riconoscimento, il ministero afferma in sostanza che non conta che cinque milioni di veneti siano riconosciuti – soprattutto Treviso – per avere come prodotto tipico il tiramisù, che da noi si mangia veramente dappertutto; che non conta avere un’industria che si è sviluppata intorno a questo prodotto; che non conta avere, oltretutto, una tradizione che ne sancisce una storicità con l’origine e tutto il resto. Io mi chiedo a cosa serve questa guerra tra poveri. Invito quindi il ministro a sospendere il decreto”.

“Sarebbe come se noi Veneto – sottolinea – andassimo a chiedere la protezione del marchio della ‘gubana’ e nessuno si preoccupasse di sentire i friulani. Detto questo, chiedo quindi la sospensione del decreto e una audizione dove i veneti porteranno le loro ragioni. Dopo di che, se il ministero deciderà di andare comunque avanti, io non voglio fare il guerrafondaio – perché i problemi della vita sono altri – però non neppure posso farmi passare sopra la testa questo fatto e impugnerò il decreto nell’interesse dei veneti. Questo anche perché non passi l’idea – visto che lazzaroni ce ne sono sempre in giro – che i marchi si danno a chi arriva prima perché non sta nella storia dell’ottenimento dei marchi che si vince in base al numero del protocollo. I marchi uno li chiede e gli altri fanno le loro controdeduzioni. Faccio un esempio: noi abbiamo il radicchio di Treviso. Il marchio lo hanno chiesto i trevigiani, dopo di che altri territori come il veneziano hanno chiesto di essere inseriti nel marchio che è diventato comunitario. E’ con le audizioni che si definisce la perimetrazione, così come per altri prodotti come il grana padano, il prosciutto di S. Daniele e così via”.

LA REPLICA DI SHAURLI

“Sono incomprensibili le polemiche e i nervosismi di Zaia sul riconoscimento del Tiramisù come prodotto tradizionale del Friuli Venezia Giulia”. Lo ha affermato l’assessore regionale alle Risorse agricole e forestali, Cristiano Shaurli, replicando al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il quale ha dichiarato di essere pronto a impugnare il decreto del ministero delle Politiche agricole che riconosce il Tiramisù come prodotto tradizionale del Friuli Venezia Giulia.




“L’iter partito dall’autorevole richiesta dell’Accademia della Cucina – ha spiegato Shaurli – è stato seguito con attenzione e professionalità dall’ERSA e la documentazione prodotta ha portato ad un atto, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, che sancisce l’origine di un piatto ed afferma che, seppur famoso ormai in tutto il mondo, questo è nato e appartiene alla tradizione del Friuli Venezia Giulia ed al ‘saper fare’ dei suoi abitanti”.

Per Shaurli “non c’è nessun antagonismo o “guerra” in atto, solo l’orgoglio e la volontà di dar merito a chi ha creato quello che è diventato uno dei capisaldi del Made in Italy nel mondo. “Riconosco certo – ha puntualizzato – le capacità ‘commerciali’ dei veneti ma ovviamente conosco anche il ‘saper fare’ friulano, e ne sono orgoglioso”.

“Al Presidente Zaia ricordo che siamo generosi perché – ha aggiunto Shaurli – anche il Prosecco, come da disciplinare di tutela, è nato ed ha origine in Friuli Venezia Giulia e, senza quel nostro Comune del Carso, nessuna denominazione di origine sarebbe stata possibile. Certo, possiamo essere anche una piccola regione, ma abbiamo grandi qualità, storia e tradizioni che abbiamo intenzione di continuare a tutelare”.

“Se poi il nervosismo dovesse rimanere, invito il presidente del Veneto a venire a rilassarsi sulle nostre splendide montagne. Da Tarviso a Sappada – ha concluso – le opportunità non mancano”.