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Cécile Kyenge, da Gemona due appelli: “Negoziare sulle ONG e avanti con lo Ius Soli”

Sul Codice di comportamento per le Ong che operano nel Mediterraneo, “si torni al tavolo di negoziazione, per trovare un punto di intesa. Nessuna Ong ha detto di non applicarlo, piuttosto di tornare al confronto per trovare un punto di intesa che consenta di svolgere al meglio il primo obiettivo: salvare vite umane”.

Domenica 6 agosto l’europarlamentare Cécile Kyenge a Gemona, ospite del Laboratorio internazionale della comunicazione dove ha incontrato i 75 giovani studiosi di italianistica di 30 Paesi, per ragionare con loro attorno al tema di quest’anno: “(S)Confinare”, sollecitata dalla direttrice del Lab, Emanuela DeMarchi.  “Il Mediterraneo nella storia è stato luogo di incontro di merci e di culture. Oggi, invece, il Mediterraneo tra Lampedusa e l’Africa è inteso come confine che divide – ha aggiunto -. Ma è lì  che noi dobbiamo trovare un punto di condivisione”.

Nelle scorse settimane all’Europarlamento ha presentato una risoluzione votata a larghissima maggioranza sul tema dell’accoglienza e dell’asilo per gli immigrati, con indicazioni concrete per togliere dalla solitudine gli che si trovano ad affrontare l’onda degli approdi. “Bisogna rivedere la convenzione di Dublino – ha sottolineato l’europarlamentare -, perché nega due principi fondamentali contenuti nei trattati Ue: la solidarietà e l’equa ripartizione della responsabilità”. Nella visione di Kyenge occorre “affrontare gli arrivi con un sistema centralizzato, che dia responsabilità a tutta la Ue, cioè ai 28 Stati membri, così ché il peso non ricada tutto sulle spalle degli Stati d’approdo”.

In quest’ottica, ha proseguito l’europarlamentare di origine congolose e già ministro italiano nel Governo di Enrico Letta, “la nostra prima attenzione oggi deve essere rivolta agli Stati membri che in questo momento non stanno accogliendo e che, nel mentre dicono sì al Codice di comportamento per le Ong, in realtà lasciano l’Italia da sola. Prendono tempo e non la stanno aiutando”.

Un richiamo quindi forte all’Europa ad avocare a sé una gestione unitaria della migrazione ricordando che, ha detto Kyenge, “l’Unione europea ha saputo garantire oltre 70 anni di pace proprio concependo i confini come luoghi  di unione piuttosto che di divisione, sino ad aver creato lo spazio comune di libera circolazione”.

Quanto all’altro tema su cui è fortemente impegnata, il diritto allo ius soli ovvero alla cittadinanza per coloro che nascono in Italia, ha auspicato che “si giunga all’approvazione di questa norma entro la fine della legislatura, perché rappresenta il più grande strumento di integrazione”.