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Il Pm Gratteri da Gemona: “Sui traffici di migranti si chieda scusa a Zuccaro”

Le mafie (S)confinano per propria natura, “perché sono dilagate in tutto il mondo, com’è il caso della ndrangheta, presente in tutti i continenti dove ha replicato le strutture locali della Calabria”. E il mafioso “non ha confini, per lui non sono un problema, perché si muove ovunque per vendere cocaina o riciclare”.

È così che il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dall’89 sotto scorta per la sua implacabile lotta all’ndrangheta, al narcotraffico e alle mafie, ha affrontato venerdì sera a Gemona il tema posto a filo conduttore dell’attività dei 75 studiosi di italianistica provenienti da 30 Paesi, (S)Confinare. Sollecitato dalla direttrice del Lab, Emanuela DeMarchi, ha contribuito a costruire la mappa dei significati attribuiti e attribuibili a questo termine a partire dal suo impegno di una vita contro la criminalità. “I confini sono un problema nostro, di noi persone cosiddette normali – ha aggiunto -, che i confini ce li abbiamo in testa. Per la mafia, Germania, Olanda, Belgio… sono un unico Paese, solo un territorio in cui muoversi per fare i propri affari».

Perciò, ha aggiunto, “non esiste un posto dove si possa parlare di tranquillità” rispetto ai fenomeni mafiosi, Friuli Venezia Giulia compreso, ha affermato a specifica domanda. “La mia esperienza mi dice che le mafie sono presenti dove c’è da gestire denaro e potere e nelle zone ricche hanno cercato di comprare alberghi, ristoranti, di entrare nella grande distribuzione e negli appalti”. Ha richiamato la responsabilità di tutti, perché “se a un imprenditore del Nord che ha sempre avuto fornitori con i quali riusciva a spuntare un punto di sconto, arriva un fornitore con un ribasso del 30-40%, lui qualche domanda se la deve porre. Troppo facile dire dopo: non sapevo”.

E a proposito di confini e sconfinamenti, Gratteri ha raccontato il perché della sua immediata difesa del procuratore di Catania Carmelo Zucchero, quando è stato attaccato per aver ventilato la possibilità di contatti tra qualche Ong e trafficanti di persone nel Mediterraneo. Tema tornato di attualità in queste ore in cui sembrerebbero emergere conferme . “Sono stato il primo a difendere Zucchero anche quando era attaccato da persone importanti, perché lo conosco bene – ha detto Gratteri -. E’ una persona perbene, un gentiluomo. Una persona molto seria e di rigore e se ha detto non tutti le Ong hanno le carte in regola per fare il volontariato, io ci ho creduto, non ho messo un secondo per prendere le sue difese”. Poi, ha proseguito il magistrato,  “ho avuto modo di capire e ho visto concretamente che c’erano dei contatti tra alcune Ong e organizzazioni criminali che si trovavano in Libia”. Quindi, per Gratteri , “sono stati affrettati i commenti negativi contro ciò che ha detto Zucchero e qualcuno dovrebbe anche chiedere scusa”.

Ai tanti giovani convenuti a Gemona, il procuratore che in un anno e due mesi dal suo insediamento a Catanzaro ha fatto raddoppiare gli arresti, rafforzato la squadra di magistrati e forze dell’ordine e sta lavorando per dare una nuova sede alla Procura in tempi molto rapidi, ha infine ribadito il suo “no” convinto alla legalizzazione delle droghe: “Invito i parlamentari che sostengono tale posizione ad andare nelle comunità terapeutiche a chiedere ai tossicodipendenti come hanno iniziato”, ha affermato con decisione, ricordando di avere in materia “un po’ di esperienza”- Perché “faccio contrasto al narcotraffico da almeno 25 anni e sono il magistrato che ha fatto più di tutti rogatorie nel mondo e ha ottenuto risultati concerti, anche in termini di tonnellate sequestrate”, ha scandito.

Infine, il suo rinnovato plauso all’attività del Lab, ribadendo che “parlare ai ragazzi e ai giovani non è mai tempo perso. È, invece, azione intelligente e lungimirante. Da 30 anni non mi sottratto e ho la prova che ne vale la pena – ha concluso –, constatando le tante persone che hanno deciso di fare i magistrati, i poliziotti, i carabinieri dopo avermi sentito parlare”.