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Settimana della cultura friulana, a Gemona il film “La statua vivente” del 1943

Nell’ambito della Settimana della cultura friulana della Società Filologica Friulana si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la Cineteca del Friuli, che sabato 20 maggio alle 18.30 al Cinema Sociale di Gemona presenta, in collaborazione con la rassegna Leggermente di San Daniele, il film La statua vivente (1943) di Camillo Mastrocinque, tratto da La statua di carne, dramma teatrale del poeta, giornalista e drammaturgo sandanielese Teobaldo Ciconi (1824-1863). Ingresso libero.

La pellicola, a lungo creduta perduta, è stata ritrovata qualche anno fa in America Latina grazie alle ricerche della Cineteca del Friuli, che l’ha poi restaurata con il sostegno del MiC, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli. L’appuntamento della Settimana della cultura friulana è l’occasione per celebrare gli ottant’anni di quest’opera affascinante che ha, fra gli altri, il merito di unire una figura artistica friulana come Ciconi a Trieste, dove il film fu girato in piena seconda guerra mondiale. Oltre a essere la location principale, con il Porto Vecchio, le Rive e il Bacino Sacchetta, la fiera di San Niccolò nel viale XX Settembre e la baia di Sistiana, Trieste è anche la città natale dell’attrice protagonista, Laura Solari.

Per parlare di Teobaldo Ciconi, di cui l’anno prossimo ricorre il bicentenario della nascita, e approfondire la relazione fra La statua di carne, che fu la sua opera di maggiore successo, e il film di Mastrocinque, interverrà lo scrittore e drammaturgo Paolo Patui, ideatore e direttore artistico di Leggermente.

Al centro del film come della sua fonte letteraria è la rappresentazione del doppio femminile. Laura Solari interpreta nella prima parte la candida Luisa, di cui il marinaio Paolo – l’attore Fosco Giachetti (assieme nel fotogramma di copertina) – si innamora ma che morirà, mentre nella seconda parte è Rita, una prostituta fisicamente identica a Luisa che per compiacere l’uomo accetta di impersonare la donna amata e perduta.

L’interesse del cinema per il dramma di Ciconi è tale che già in epoca muta erano state realizzate diverse trasposizioni cinematografiche, in Italia e all’estero. Il film di Mastrocinque si distingue per l’ambientazione contemporanea e popolare che anticipa il neorealismo. Rimane la fascinazione per il perturbante tema del doppio e gli interrogativi che porta con sé sull’identità, l’amore e la morte. Un tema ricorrente sia nella letteratura sia nel cinema e che ha trovato una delle espressioni più alte nel capolavoro di Alfred Hitchcock La donna che visse due volte (Vertigo, 1958), del quale La statua vivente può essere considerato un precursore.