CarniaCultura

Sabato 27 due incontri sulle recenti scoperte archeologiche a Ovaro

Nell’ambito della X edizione della Settimana della Cultura Friulana, promossa dalla Società Filologica Friulana, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia propone due incontri dedicati alle testimonianze archeologiche nel territorio di Ovaro presso la Sala Convegni del Complesso turistico/ambientale di Aplis.

La prima conferenza, dal titolo “Due ponti, una strada: tracce di una storia sepolta a Ovaro”, si terrà sabato 27 maggio alle ore 17.00 e sarà occasione per parlare del rinvenimento di due ponti in pietra, due manufatti appoggiati l’uno all’altro e impostati sulla roccia affiorante che sono stati messi in luce durante la realizzazione della rotatoria in corrispondenza dell’accesso alla cartiera di Ovaro. Per consentire il prosieguo dei lavori della rotatoria, i due ponti sono stati smontati con criteri scientifici e tutte le operazioni sono state documentate con tecnica archeologica. Durante il pomeriggio saranno presentati i risultati e contestualmente analizzate problematiche dell’intervento archeologico, cercando di fornire un’interpretazione storica e una loro attribuzione cronologica: al momento infatti si può solo affermare che siano sicuramente precedenti al XX secolo. L’evento sarà anche occasione per esporre in anteprima il progetto di valorizzazione dei resti dei due ponti, in corso di elaborazione da parte di FVG Strade S.p.A. in accordo con la Soprintendenza ABAP FVG e il Comune di Ovaro. Previsti gli interventi di Luca Vittori, Angela Coiutti e Giovanni Sandre (tutti di FVG Strade), Roberto Micheli (archeologo – Soprintendenza ABAP FVG) e Raffaella Bortolin (archeologa).

Seguirà, nella stessa sede, alle ore 18.15 il secondo incontro dal titolo “La montagna iscritta: il masso con le iscrizioni venetiche di Mione di Ovaro”, nel quale verrà presentata la recente scoperta avvenuta nella frazione di Mione di Ovaro di un masso inciso, posto a circa 1600 metri di quota e recante alcune iscrizioni venetiche. Si tratta di un rinvenimento di grande importanza per la conoscenza della diffusione della lingua venetica in Friuli e la comprensione dei percorsi antichi e della viabilità in alta montagna.
Lo studio di questo ritrovamento offrirà l’occasione per proporre un tema molto dibattuto tra gli studiosi come quello della definizione culturale delle popolazioni che abitarono la Carnia in età preromana, le cui denominazioni sono note da diverse fonti antiche e da resti archeologici, non sempre di facile interpretazione, e di cui si sa ancora poco. Conferenza a cura del già citato Micheli e di Anna Marinetti del Dipartimento di Studi Umanistici – Università Ca’ Foscari di Venezia.