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Restituito ufficialmente il nome originario a Malga Promosio

Ridare dignità alla comunità tramite la restituzione del nome originario, modificato per questioni burocratiche ma mai dimenticato dai cittadini delle valli del But. Malga Pramosio, da oggi, torna a chiamarsi Malga Promosio. Un cambio che avviene in una giornata importante per la comunità di Paluzza, che ricorda l’eccidio nazifascista avvenuto 78 anni fa e mai dimenticato, perché quel giorno furono trucidati complessivamente 52 civili.

L’intervento del presidente del Consiglio regionale Zanin

“Quando la zona diventò Pramosio – ha ricordato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale -, ci fu una scarsa resistenza da parte dei residenti del Comune di Paluzza e delle zone vicine, ma nel tempo è cresciuto, da parte delle amministrazioni ma anche di esponenti legati a queste zone della Carnia come Franco Corleone e Diego Carpenedo, il desiderio di ritornare alle origini, alla vecchia dicitura. Per questo l’Assemblea legislativa regionale, anche su mia iniziativa, ha deciso di promuovere una mozione che è stata approvata e ha dato il via all’iter burocratico che oggi ci permette di essere qui per scoprire una targa con il nome originario di questo luogo, che riconquista così la sua dignità. E anche la sua lingua, elemento fondamentale della nostra specialità che va difesa sempre e comunque davanti all’arroganza della burocrazia”.

L’inaugurazione della targa è stata anticipata dalla messa in onore delle vittime dell’eccidio del ’44 e il sindaco di Paluzza, Massimo Mentil, ha ricordato come, nonostante siano passati 78 anni, le genti della valle non abbiano mai dimenticato la violenza di quei momenti e come oggi più che mai ci sia bisogno di pace, citando poi quanto fatto e predicato dal carnico don Pierluigi Di Piazza.

Alla cerimonia erano presenti anche i consiglieri regionali Luca Boschetti e Franco Iacop, oltre a diversi sindaci, rappresentanti di associazioni e i giovani partecipanti del campo scuola degli alpini, 48 ragazzi provenienti da tutta Italia, tra i 16 e i 21 anni, che hanno avuto modo di assistere alla celebrazione riscoprendo un pezzo di storia di queste valli e creando così un legame tra passato e futuro, dove è fondamentale non dimenticare le atrocità accadute anche in questo angolo di paradiso.

“Malga Promosio e i suoi boschi hanno visto la Prima e la Seconda guerra mondiale, ma anche l’occupazione dei cosacchi, le stragi nazifasciste – ha sottolineato Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia, che ha radici carniche -, luoghi legati alla storia del ‘900, e proprio per questo è assurda la sopraffazione burocratica che per anni ha cancellato un legame forte della popolazione con questo luogo e con il nome Promosio, in una lingua che in questo caso significa anche identità”.

“Credo che il Consiglio regionale del Fvg – così ancora Corleone – abbia compiuto recentemente due atti importanti: la restituzione dell’onore ai fucilati della Prima Guerra mondiale caduti in questi luoghi e che subirono le decisioni dei tribunali militari e, oggi, la restituzione del nome originario a questa malga, legata sempre a momenti importanti della storia”.