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“Recuperare saggezza per la gestione del paesaggio”, il monito dai Dolomiti Days

“Dobbiamo recuperare la saggezza delle pratiche di lavoro e di manutenzione che ci sono state tramandate da chi ha saputo lasciarci paesaggi che oggi sono riconosciuti patrimonio dell’Unesco, osando anche modificarli con rispetto, perchè questo è il miglior modo per valorizzarli”.

Lo ha sottolineato l’assessore regionale al Territorio Mariagrazia Santoro, intervenendo venerdì a Forni di Sopra alla terza edizione di “Paesaggi contemporanei”, evento inserito nel programma dei “Dolomiti Days” promossi dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco.

Mariagrazia Santoro
Mariagrazia Santoro

Anche in veste di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, Santoro ha ricordato come la “fondazione sia da considerare come tavolo attorno al quale si siedono gli amministratori dei territori che sono stati riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità per decidere le strategie da mettere in atto in modo coerente e condiviso per conservare e valorizzare gli stessi territori”.

“Negli ultimi anni ‘paesaggio’ è diventata una parola piena di tanti significati, ma credo che ragionare sull’azione che la storia ha prodotto su un territorio sia assolutamente uno degli aspetti più importanti”, ha sottolineato Santoro.

“Dobbiamo essere orgogliosi se Unione europea e Unesco hanno riconosciuto alcuni nostri territori di valore mondiale o comunitario: vuol dire che questi luoghi sono stati mantenuti e gestiti nei secoli con accuratezza e ci sono stati tramandati con valori paesaggistici fondamentali”.

“Il pericolo – ha messo in guardia Santoro – è che oggi noi perdiamo questa saggezza nel ben operare e confondiamo una astratta conservazione che mette sotto una campana di vetro paesaggi e architetture con la vera e profonda salvaguardia: per questo dobbiamo recuperare saggezza delle pratiche di lavoro, manutenzione ma anche modifica dei nostri paesaggi perchè questo è il miglior modo per valorizzarli”.

Santoro ha concluso sottolineando come “proprio giornate di approfondimento come quella di oggi sono fondamentali, ponendo l’attenzione sulla conoscenza: perchè non c’è amore per le cose, non esiste ‘saper fare’ se esse non si sanno prima riconoscere”.

A introdurre i lavori di approfondimento di oggi sul tema de “la cura del paesaggio” è stato lo stesso curatore di “Dolomiti contemporanee”, Gianluca D’Incà Levis, spiegando l’operato del laboratorio di “rigenerazione di grandi spazi paesaggistici” che cura anche la terza edizione di quella che si configura come una riflessione sullo stato e sul destino del paesaggio montano.

A introdurre le relazioni tecniche oggi sono stati il sindaco Lino Anziutti, il vicepresidente della Provincia di Udine Franco Mattiussi e la direttrice della Fondazione Marcella Morandini.

Ad accendere una serie di sguardi, ragionamenti e casi sullo stato del paesaggio-patrimonio, su alcune pratiche di coltivazione e rigenerazione della risorsa-territorio, sui processi partecipativi, sul presente e futuro della montagna contemporanea sono stati Annibale Salsa, antropologo, già presidente del Cai-Club alpino italiano nazionale; l’architetto Moreno Baccichet e Silvia Camporesi, artista, autrice del libro “Atlas Italiae”.

Questa sera alle 21, invece, protagonista sarà Simone Sfriso, curatore con Tamassociati del Padiglione Italia della Biennale di architettura di Venezia 2016, che porterà alcuni esempi di cura responsabile del paesaggio architettonico contemporaneo in un intervento intitolato “Taking Care, architetture e paesaggi dei diritti”.