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Per la Cgil Fvg i tempi di pagamento della cassa in deroga restano ancora lunghi

«Apprezziamo lo sforzo fatto dalla Regione per smaltire l’arretrato e arrivare a decretare la quasi totalità delle oltre 9mila domande di cassa in deroga presentate dalle aziende del Friuli Venezia Giulia. Il fatto che il 30% dei lavoratori interessati Cigd, che sono circa 20.000, attenda ancora il pagamento delle proprie spettanze, e che nella stessa situazione si trovino anche migliaia di beneficiari dell’assegno Fis, conferma però la necessità di una semplificazione delle procedure per velocizzare i tempi di pagamento». È quanto dichiarato da Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro della segreteria regionale Cgil, al termine dell’incontro tenutosi ieri tra Regione, Inps e parti sociali, convocato dall’assessore Rosolen per fare un punto sulle platee coinvolte e sullo stato delle procedure.

«Nonostante l’impegno della Regione e dell’Inps – spiega ancora Pellegrini – resta la preoccupazione per i tanti lavoratori ancora in attesa delle spettanze di marzo, che non sono soltanto i quasi 6mila interessati dalla cassa in deroga, ma anche migliaia di beneficiari dell’assegno Fis che non beneficiano dell’anticipo aziendale». Da qui l’auspicio di una velocizzazione delle procedure, che dopo l’entrata in vigore del decreto Rilancio saranno tutte in capo all’Inps, anche per l’intero iter della cassa in deroga. «La previsione di un anticipo di una prima tranche del 40% entro 15 giorni dalla domanda è un passo nella giusta direzione – dichiara ancora la segretaria Cgil – ma è importante stringere i tempi necessari alla completa liquidazione delle domande. Migliaia di famiglie sono in difficoltà, a partire da quelle monoreddito, e non dimentichiamoci che spesso parliamo di assegni bassi, ridotti almeno del 30% rispetto alle paghe base. Un’attesa superiore ai due mesi rischia di essere insostenibile e di compromettere gravemente la tenuta economica di molte famiglie». Ribadite infine le preoccupazioni per il terzo settore, che da metà giugno perderà la copertura Fis, e le perplessità della Cgil sull’efficacia degli accordi con le banche per l’anticipo delle indennità: «Non conosciamo i numeri – conclude Pellegrini – ma temiamo che siano molto bassi, anche a causa della complessità delle procedure».