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Ospedale di Tolmezzo, Fabiola De Martino replica a Enzo Marsilio

Riceviamo e proponiamo la replica della candidata sindaco di Tolmezzo Fabiola De Martino alle parole espresse giovedì dal consigliere regionale del PD Enzo Marsilio sul tema dell’Ospedale.


Ho cercato di prendere del tempo per rispondere in maniera puntuale e chiara, non tanto al signor Marsilio, che non so chi sia e con il quale non ho mai avuto la possibilità di uno scambio proficuo sul tema “sanità in Carnia”, ma ai cittadini, vittime di una diffusione di notizie
false, esagerate e tendenziose, a causa delle quali possono restare turbati (fattispecie per altro tutelata e punita dal nostro codice penale). 

Nutro devo dire un certo imbarazzo a impiegare del tempo a scrivere le prossime righe, per la pochezza di contenuti, il basso livello degli interlocutori e, soprattutto, la tristezza di dovermi difendere da bugie e falsità, ultima strategia per infangare un amministratore, un collega, una persona che altrimenti non si saprebbe come attaccare. 

Parto dall’inizio.

Marsilio chi? Mi dicono essere un consigliere regionale dell’Ambito Carnia eletto nel Partito Democratico. Io, fino al 31 gennaio vicesindaco di Tolmezzo con delega alla sanità, insieme con Brollo ho affrontato una pandemia, problemi enormi tra malati, servizi, tamponi, vaccini, ecc… Non abbiamo MAI ricevuto una telefonata, una mail, una missiva qualunque da questo nostro consigliere regionale carnico così attento e sensibile all’ospedale di Tolmezzo. Forse ci avrà mandato una PEC che si è persa insieme all’invito ad aderire alla rete Cumò. 

Così come non abbiamo mai ricevuto alcun tipo di contatto dalla dott.ssa Santoro, che mi dicono essere venuta in Carnia a parlare di Sanità a sostegno del candidato Craighero, tesserato PD, parlando di cosa io possa/debba o non possa/non debba fare: io questi signori non li ho mai visti né sentiti prima, per cui ritengo debbano astenersi dal fare chiacchiera su qualcosa o qualcuno che non conoscono, altrimenti sono dei millantatori senza alcun credito. 

Da queste persone mai un contatto per chiedere se ci fosse bisogno di un supporto in Regione, se avessimo bisogno di interlocutori, insomma uno straccio di contatto qualunque. Viceversa mi dicono di parecchi caffè bevuti con esponenti locali della Lega, con cui ben bene architettare la caduta del consiglio comunale di Tolmezzo, che quella sì è stata un’operazione ben riuscita, degna di uno stratega intelligente; quella operazione sì che ha fatto bene a Tolmezzo, alla Carnia e all’ospedale. Caspita, che opera di intelletto eccelsa far commissariare il Comune dove insiste il più importante ospedale dell’alto Friuli proprio nelle more di decretazione dell’atto aziendale, certamente un’operazione accurata che mirava a tutelare la sanità e l’ospedale. 

Proseguo: mi dicono anche, quelli che hanno buona memoria, che tale signore, quando al governo della Regione era Presidente Debora Serracchiani (che, tanto per essere chiara, io da cittadina semplice votai), esponente del suo stesso partito, alzò la mano favorevole quando in aula si discuteva di accorpare la allora Azienda 3 “Alto Friuli” al Friuli Collinare, creando un’azienda che andava dalle alpi al mare in uno  scempio territoriale incredibile e incomprensibile. 

Fu proprio questo stesso signore, consigliere regionale carnico e oggi tanto indignato, di nome Marsilio, che votò FAVOREVOLE ad una riforma territorialmente insensata. 

Io da questi politicanti non accetto lezioni, hanno perso da tempo la loro credibilità e ogni uscita risult  fuori luogo, in questo caso persino penosa. 

Rilevo infatti, che sia Enzo Marsilio, ma anche altri candidati a sostegno del candidato Marco Craighero, vanno ben oltre la critica politica, infamando e diffamando con accuse molto pesanti non sostenute da fatti o prove di alcun tipo. Ospedale smantellato con la COPERTURA e il TACITO ASSENSO di Brollo e De Martino? E sulla base di cosa si arriva a una tale conclusione? Su quali atti, fatti, azioni o parole si fonda detto convincimento? In realtà nessuno, si vuole solamente infangare il buon nome di due persone, prima che competitor politici, lasciando intendere che fossimo parte di chissà quale losco piano, quale sotterfugio, quale accordo segreto che presumesse uno smantellamento con il nostro accordo.

Della gravità di tali affermazioni ci riserviamo fin d’ora di valutare ulteriori azioni a nostra tutela: non è accettabile lasciar intendere che due persone facciano parte di chissà quale cospirazione che, a fronte di un silenzio sullo smantellamento di un importante bene pubblico, avrebbero evidentemente dovuto conseguirne una qualche forma di utilità, anche perché altrimenti non si capirebbe per quale scellerato  motivo una persona che vive e amministra Tolmezzo dovrebbe essere felice e addirittura favorire il fatto che il proprio ospedale venga smantellato. 

Quindi Marsilio infanga con bugie la reputazione di due persone – delle quali una nemmeno conosce – e  anche calunnia lasciando intendere agli ignari cittadini che quelle due persone concludono loschi affari alle loro spalle. 

Sono disgustata. 

Venendo poi nel merito della questione, ritengo necessario andare per punti per tentare di fare un po’ di chiarezza in una vicenda in cui fa comodo gettare fumo: 

– dicembre 2021, l’atto aziendale ASUFC non era disponibile, nessuno di noi aveva mai potuto nemmeno vedere una bozza e/o un testo e, pertanto, il documento non è mai stato oggetto di valutazione o discussione da parte dei consiglieri comunali di Tolmezzo; è quindi falso che la frizione in maggioranza si fosse consumata per una visione diversa sul tema sanità, a meno che qualcuno dei consiglieri PD non avesse avuto a disposizione il testo e lo abbia taciuto, cosa che sarebbe gravissima. Se nessuno dei consiglieri comunali in carica a dicembre 2021 aveva a disposizione la bozza di atto aziendale va da sé che tale testo non poteva, come non è stato, essere oggetto di discussione. E’ quindi falso e pretestuoso richiamare questa fattispecie quale causa di una fantomatica rottura (per altro mai esistita, perché Craighero e Scarsini fecero costantemente scena muta a riguardo). 

– nelle sedute di consiglio comunale di dicembre 2021, quindi, non era in discussione l’atto aziendale ma due ordini del giorno, atti piuttosto deboli dal punto di vista amministrativo: uno presentato dai consiglieri  PD a tema “difesa ospedale” ed un altro presentato dai consiglieri vicino alla Lega a tema “RSA “. Brollo, su proposta del consigliere di minoranza Pascolo, propose alle due parti di lavorare ad un testo condiviso  che li integrasse, invitando l’aula a lavorare in modo unanime e congiunto, riconoscendo il tema troppo importante per essere strumentalizzato e di parte. Inoltre nessuno dei testi citava l’assenza dell’atto aziendale e solo io fui l’unica a chiedere che il testo venisse integrato chiedendo di inserire un passaggio sulla necessità di esprimere preliminarmente un parere su un atto tanto importante. Le due parti politiche rifiutarono di lavorare su un testo condiviso e integrato con tale suggerimento. Fu poi chiaro che a loro non interessava parlare dell’atto aziendale perché si erano già messi d’accordo in un teatrino che poco più di un mese dopo ha portato all’epilogo che tutti noi conosciamo 

– sempre nelle more di quei lavori, Brollo convocò in urgenza Riccardi, Assessore Regionale alla sanità, e Caporale, Direttore Generale ASUFC, i quali, non potendo presenziare al consiglio comunale, visto il  poco preavviso, ma rilevando l’importanza di un momento di incontro con i rappresentanti istituzionali di tutti i gruppi presenti in consiglio, accettarono di intervenire in riunione di capigruppo. In quella  occasione Scarsini e Craighero (presente per altro senza motivo, dato che non era capogruppo) fecero scena muta: non posero domande, non presentarono critiche né osservazioni, non commentarono su nulla, niente di niente, scena muta. Mi continuo a domandare che senso abbia stracciarsi le vesti sui social quando poi nelle sedi opportune non si hanno argomenti e si fanno anche figure un poco tristi. 

– il 31 gennaio Craighero, Scarsini (PD) da una parte, D’Orlando, Rinoldo (Lega) dall’altra, con altri  compagni, si accordano per trovarsi un lunedì pomeriggio e depositare di nascosto all’ufficio protocollo del Comune delle dimissioni che provocheranno l’immediato scioglimento del Consiglio comunale e la conseguente destituzione di tutte le cariche, condannando il Comune al commissariamento (ci sembra 4 Comuni commissariati nel 2022, tre per mafia, il quarto è Tolmezzo…) senza nemmeno passare per l’aula consiliare in un doveroso dibattito pubblico.

Da quel giorno il Comune ha perso la sua presenza nel gruppo di rappresentanza della Conferenza dei Sindaci in ambito ASUFC (tra 136 Comuni, quello di Tolmezzo faceva parte dei 18 della  rappresentanza), in Assemblea Sindaci di ambito Carnia (dove io ero vicepresidente) e nel direttivo di Federsanità ANCI FVG. Il Comune di Tolmezzo non è più presente sui tavoli programmatori e di confronto per la scelta voluta e guidata anche da Enzo Marsilio, che oggi si sconvolge per una situazione creata da lui stesso. 

Il 4 aprile il Direttore Generale presenta ai Sindaci il Piano Attuativo Locale, documento che viene sottoposto alla votazione dei Sindaci (ricordo l’astensione di Brollo nel 2018): il Comune di Tolmezzo non è presente e non può esprimere il suo voto. 

Il 10 giugno il Direttore Generale presenterà alla conferenza dei Sindaci l’atto aziendale (che ricordo comunque non essere oggetto di discussione né approvazione): il Comune di Tolmezzo non sarà presente per esprimere le proprie valutazioni e argomentazioni. E chi ha voluto e generato questo vuoto? Direi che la risposta l’abbiamo ampiamente compresa. 

Alcuni candidati consiglieri nella compagine Craighero poi, sempre tramite lo strumento del social, affermano che io non avrei difeso alcune strutture ospedaliere da un declassamento: premesso che ho preso per la prima volta visione del documento solo il 25 maggio appena trascorso, mi e vi domando, come avrei potuto difenderlo se non ero più in carica per volere anche dello stesso Craighero alias Marsilio? Lascio a chi legge ogni valutazione in merito. 

Venendo poi, per quanto possibile, nel merito della questione: sono decisamente contraria al fatto ch  Ginecologia-Ostetricia e Pediatria siano state riorganizzate quali SOS dipartimentali, ma purtroppo tale dissenso non posso esprimerlo nelle sedi opportune. Mi sento comunque di rassicurare i cittadini sul fatto che questo non corrisponde ad uno “smantellamento”, perché i servizi resteranno tali e quali, cambierà  la gestione interna. 

Ad ogni modo dispiace che l’Azienda Sanitaria non abbia avuto la delicatezza di illustrare un documento così importante appena un paio di giorni dopo rispetto alla seduta prevista per venerdì 10 giugno, considerato che una città importante nell’assetto aziendale avrebbe avuto di nuovo un suo rappresentante, qualunque esso fosse. 

Questo documento ormai esiste e non abbiamo modo di modificarlo: possiamo e dobbiamo solo puntare il più possibile su un’autonomia gestionale, organizzativa ed economica piena della SOS di dipartimento che, avendo una organizzazione propria, può gestire in autonomia le proprie funzioni. Punteremo al mantenimento dei servizi e delle specialità nonché sull’attrattività per il personale, individuando benefit  dedicati affinché, a prescindere dall’assetto individuato, nel nostro ospedale continuino ad operare  professionisti di qualità. 

Un tanto si doveva. Confidiamo nella speranza di alzare l’asticella di qualità dei rappresentanti di una terra  che merita molto di più di queste tristi vicende. 

FABIOLA DE MARTINO
(si unisce nella sottoscrizione Francesco Brollo)