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San Daniele, rinviata a luglio la storia delle pioniere dell’alpinismo Anna e Giacoma Grassi

AGGIORNAMENTO 5/4

A seguito delle disposizioni del DPCM 04.03.2020 lo spettacolo è rinviato a luglio.

LO SPETTACOLO

Ritorna in scena la storia delle Sorelle Grassi, narrazione per parola, musica e canto ideata e scritta da Melania Lunazzi. La vicenda delle sorelle tolmezzine vissute a cavallo tra Ottocento e Novecento viene raccontata nella rappresentazione Voglio andare lassù. Breve storia delle Sorelle Grassi unendo, con un pizzico di ironia, ricerca documentaria e inserti di fantasia e verosimiglianza.

Dopo le prime due rappresentazioni nell’agosto 2019 a Paularo (con Cai Ravascletto e Pro Loco Paularo) e a Tarvisio (al Kugy Mountain Festival) in occasione delle celebrazioni del 140° anniversario della prima salita femminile e assoluta al Monte Sernio, dopo la tappa udinese al Teatro San Giorgio, per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e quella veneta a Montebelluna, la lettura scenica Voglio andare lassù verrà presentata a luglio a San Daniele del Friuli. L’iniziativa, promossa da Cai Friuli Venezia Giulia e Fondazione Friuli, ha il sostegno del Comune di San Daniele, della Biblioteca Guarneriana e della sottosezione Saf – Cai di San Daniele del Friuli

Con Melania Lunazzi ci saranno l’attrice Ada Delogu, assieme a lei voce narrante, e Sebastiano Zorza, che accompagnerà con la fisarmonica.

Con il successo di tutte le serate proposte sono già in calendario altre presentazioni con la collaborazione di enti e istituzioni; il 28 aprile a Pordenone, presso il Ridotto del Teatro Verdi, il 19 giugno a Tolmezzo al Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. 


Lo spettacolo

L’idea scaturisce dalle ricerche d’archivio di Melania Lunazzi che si è occupata, a più riprese nel corso degli anni, di alpinismo dei pionieri in Friuli Venezia Giulia. Sulle Sorelle tolmezzine ha scritto la prima volta nel 1999 nel libro Alpi Giulie. Itinerari alpinistici dell’Ottocento e nel 2018, con un articolo pubblicato sul numero estivo della rivista di montagna del Cai di Mestre Le Alpi Venete dove sono stati presentati gli ultimi ritrovamenti d’archivio.

Si tratta di una lettura scenica a due voci con sei doppi dialoghi. Le due donne dialoganti sono alternativamente le due sorelle e due donne contemporanee. Le scene si svolgono a Tolmezzo, nella casa delle Grassi, in una malga alpina e a Udine. Ci sono delle parti cantate e delle parti strumentali. Alle spalle degli attori scorre una proiezione di immagini d’epoca e contemporanee, sia fotografie che riprese video realizzate oggi al Museo Carnico Michele Gortani e sopra il Sernio con il drone.

 

Cosa si sa delle sorelle Grassi

Le fonti dell’epoca riportano alcune loro salite realizzate negli anni Settanta dell’Ottocento, tra cui quella del Monte Canin dalla Val Resia, quella del Sernio e poi l’Antelao. La curiosità nell’indagare la loro storia nasce dal fatto che dopo la celebrazione di Giovanni Marinelli della salita fatta assieme alle sorelle sul Canin – cui venne dedicata un’apposita e lunga pubblicazione Le prima alpiniste sulla vetta del Monte Canino –, e probabilmente a causa dello spostamento della sede del Cai da Tolmezzo a Udine con la nascita della Società Alpina Friulana, le Sorelle Grassi sono state dimenticate e la loro memoria rimossa. Le donne che intraprendevano salite in montagna erano pochissime al tempo e di estrazione borghese o nobile, ed erano sempre accompagnate in montagna da uomini. Ciò che hanno osato fare le sorelle è stato intraprendere la prima salita del Sernio – e le successive – senza andare al traino degli uomini, ad eccezione delle guida locale di cui peraltro si servivano anche gli stessi alpinisti uomini.

 

Il messaggio 

Le Sorelle Grassi sono state delle pioniere in Friuli, anche se la loro storia è più nota al di fuori della nostra regione e ha diverse figure omologhe in altre parti delle Alpi, contestualmente. La strada intrapresa dalle tolmezzine ha comportato una scelta controcorrente, ed è stata osteggiata e criticata sia dalle malelingue locali sia, probabilmente, dagli stessi uomini che in un primo tempo le avevano incoraggiate. Ma il loro messaggio è stato forte, anche se il tratto di strada compiuto è stato breve in termini di arco temporale, dato che l’unica che ha poi continuato ad andare in montagna per alcuni anni fino ai primi del Novecento è stata Anna Grassi, la sorelle minore, che non si è mai sposata.

Il messaggio del testo comunque non è femminista né solo “al femminile”, ma è rivolto a tutti coloro che hanno una passione e che affrontano ostacoli imponenti per affermarla, in qualsiasi settore essi/esse operino.

(foto di Massimo Deganutti)