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Il nuovo libro di Ilaria Tuti è dedicato alla piccola nipote che non c’è più

Esce oggi “Luce della notte”, il nuovo libro della scrittrice gemonese Ilaria Tuti, edito da Longanesi.
Ecco come lei stessa lo ha presentato sui suoi profili social.

Ho rimandato a lungo questo post, tante cose da dire e la sensazione di non farcela.
Luce non era previsto, cinque mesi fa non esisteva. È nato come racconto, si è trasformato in un romanzo breve, un po’ più dei precedenti, ma così profondo.
Luce è stato scritto per una bimba che non c’è più, Sarah, mia nipote. I miei proventi saranno devoluti al CRO di Aviano a favore della ricerca sui sarcomi.
Non sapevo se fosse il caso di dirlo, ma alla fine è giusto che sappiate che, se vorrete leggerlo, sarete parte di una catena che vuole essere Speranza. Da soli non si fa nulla.
Ringrazio ciascuno di voi per l’affetto, gli amici sempre presenti, l’editore che mi segue e appoggia, Luca che si è occupato per me dei dettagli meno piacevoli, togliendomi un gran peso.
Ma Luce è luminoso – la Notte non è mai completamente buia – e Teresa e Massimo mai così complici.
Subito dopo i fatti di Travenì, in una notte gravida di mistero, quel mistero in cui tutti siamo immersi.

IL LIBRO

Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell’albero l’ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino.
Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un’indagine folle e insensata.
Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico… E di terribile.