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Il gruppo “Tolmezzo Futura con la Carnia” dice sì all’accoglienza diffusa e no agli ammassamenti

“La nostra sensibilità ci vede favorevoli all’accoglienza di coloro che provengono da situazioni di difficoltà e disagio sociale. Siamo inoltre consci del fatto che non si tratta di un’accoglienza di lungo periodo, ma di una quarantena dovuta alle condizioni eccezionali di emergenza sanitaria, dove le persone con tampone negativo all’ingresso verrebbero accolte provvisoriamente secondo quanto previsto dalla circolare ministeriale n. 3393 del 18 marzo 2020”. Così scrivono in una nota gli assessori e i consiglieri comunali di “Tolmezzo Futura con la Carnia” Chiara Anzolini, Alessandro Benzoni, Daniela Borghi, Marco Craighero, Anna Del Fabbro, Alice Marchi, Michele Mizzaro, Gabriele Moser, Simona Scarsini.

“Tuttavia – proseguono – siamo contrari alle modalità prospettate dal Prefetto di Udine circa la trasformazione della
Caserma Cantore in una struttura destinata alla quarantena di 160 migranti. Ciò che ci preoccupa è il fatto che non si siano valutate adeguatamente altre soluzioni che permettessero un’accoglienza maggiormente diffusa e congrua nei numeri, garantendo quindi condizioni umane dignitose alle persone in quarantena. Crediamo, infatti, sia necessaria una ripartizione territoriale equa, che consideri anche le strutture delle zone limitrofe, garantendo così il rispetto della demografia territoriale e, di conseguenza, condizioni di vita migliori agli ospiti stessi. Riteniamo sia fondamentale una soluzione abitativa accogliente – non tendopoli improvvisate – che risponda ad un reale principio di umanità, che eviti sovraffollamenti e che abbia condizioni igieniche e sanitarie idonee, oltre a fornire la possibilità di comunicare con l’esterno e con le famiglie, in modo tale da non acuire l’isolamento degli ospiti e generare così frustrazioni che potrebbero compromettere la loro convivenza ed una gestione pacifica della struttura.

Una corretta redistribuzione dei numeri tra più soggetti, permetterebbe una gestione più razionale ed equilibrata del fenomeno, garantendo altresì migliori condizioni sanitarie ai migranti, accantonando il “modello” Cavarzerani che tante preoccupazioni ha destato nella cittadinanza, e che ha dimostrato tutte le sue carenze sotto il profilo umanitario. Queste garanzie che noi chiediamo, oltre a soddisfare i basilari aspetti umanitari dell’accoglienza e il
rispetto della dignità di ogni essere umano, permetterebbero anche una migliore gestione dal punto di vista della sicurezza territoriale, evitando tensioni sociali come disordini all’interno o fughe all’esterno della struttura, a tutela dunque sia degli ospiti che della popolazione tolmezzina” concludono.