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Gran secondo posto di Giulia Candido al Venice Night Trail

Nella serata di sabato 6 aprile si è svolta l’ottava edizione del Venice Night Trail, l’urban trail organizzato da Venicemarathon, che ha illuminato campielli, calli e canali di una Venezia, per molti, sconosciuta e inedita.

Oltre 5.000 atleti dotati di lampada frontale, come tante piccole lucciole, hanno dato vita ad una coreografia di luci lungo i 16 chilometri di percorso e i 51 ponti, che ha rischiarato le zone più suggestive del centro storico, con passaggi sul ponte di Calatrava, in Piazza San Marco, sul ponte dell’Accademia e alla Basilica della Salute.

Il podio femminile

La magia del Venice Night Trail si è accesa quando gli atleti hanno azionato le loro torce frontali, sulle note dell’Inno di San Marco e dell’Inno d’Italia, per poi dare vita ad un lunghissimo serpentone luminoso che si è addentrato nel buio della città, rischiarando a lume di torcia le zone più suggestive del centro storico.

Il trevigiano Giacomo Esposito e la bellunese Francesca Tonin sono i vincitori di questa spettacolare ottava edizione, ma anche il Friuli, soprattutto in campo femminile, ha tenuto alto il proprio vessillo.
Nella gara maschile, vittoria a sorpresa del neo campione italiano di maratona Giacomo Esposito che ha interrotto il dominio dell’idolo di casa, il ‘panettiere volante’ Nicolò Petrin, vincitore delle ultime quattro edizioni. Primo friulano al traguardo è stato Marco Rossetto della Asd Prealpi Giulie, che coglie un insperato 18° posto assoluto e un buon 3° posto di categoria.

Emozionante è stato l’arrivo della prima donna, Francesca Tonin (Vicenza Marathon, ex atleta allenata dall’olimpionico Stefano Baldini), giunta mano nella mano del fidanzato.
Grande felicità anche per l’atleta salita sul secondo gradino del podio, la carnica Giulia Candido (Asd Prealpi Giulie), ex allieva di Franco Cimenti, che ha corso in modo caparbio terminando in 1h14’27”, e terza Irene Palazzi, friulana pure lei (Atl. San Martino), in 1h15’34”.

“Era già un sogno essere qui a correre in mezzo alle celli della città più bella del mondo assieme ai miei compagni prealpini – racconta Giulia Candido -. Terminare la mia fatica su quel podio così prestigioso sarà un ricordo che mi porterò a lungo dentro di me. Nonostante un fastidioso infortunio che mi perseguita da qualche giorno, ho cercato di tenere duro negli ultimi chilometri stringendo i denti perché sapevo che stavo realizzando un buonissimo risultato. Correre lungo piazza San Marco è stato davvero incredibile, avrei voluto un drone per testimoniare anche agli altri la bellezza di quei momenti. Adesso però avanti col pensiero alle prossime gare e speriamo alle prossime feste”, conclude Candido.

(in copertina Giulia Candido)