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Coronavirus, per la Fim Cisl Fvg si deve preparare la ripartenza ma senza forzature

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del Segretario delle FIM-CISL Friuli Venezia Giulia Pasquale Stasio.

In queste ultime ore, nonostante l’emergenza covid-19 continui, sta nascendo il fronte di coloro che chiedono il riavvio delle attività produttive il prima possibile. Questo sta avvenendo anche nel nostro territorio, con la Confindustria che non perde occasione per ribadire la propria posizione. La FIM ha ben chiaro l’impatto che avrà, questa pandemia sulle imprese e sul lavoro. Il persistere dell’attuale condizione di fermo sta creando e creerà non pochi problemi al nostro sistema economico e industriale, ma non possiamo avere fretta di ripartire rischiando che questo possa mettere a repentaglio la salute dei lavoratori. Riaprire senza che ci siano le condizioni di massima sicurezza, mette a repentaglio la salute dei lavoratori e dell’intera collettività. Oggi va discusso il percorso di ripresa delle attività mettendo a punto protocolli specifici per le diverse attività lavorative pensando anche a convenzioni per indagini sierologiche che verifichino gli immunizzati da un lato e tengano protetti a casa i lavoratori cosiddetti “iper suscettibili”. Per questo, riteniamo del tutto fuori luogo la posizione della Confindustria oggi, nonostante l’allarme lanciato e di cui siamo tutti consci, ma i danni potrebbero essere superiori se non spezziamo la catena dei contagi. Nella gestione di questa crisi si sono manifestate sensibilità diverse perché, se da un lato ci sono state aziende che hanno da subito lavorato di concerto con i rappresentanti dei lavoratori per garantire il più possibile l’attuazione del protocollo unitario sulla sicurezza, dall’altro abbiamo trovato, tante realtà in cui il protocollo veniva applicato parzialmente o peggio non applicato, soprattutto nelle piccole e piccolissime realtà lavorative e dove non è presente il sindacato. Stiamo anche assistendo in questi giorni a tante, troppe comunicazioni ai prefetti per la prosecuzione dell’attività lavorativa, in deroga al DPCM anche da parte di aziende che non rientrano nei codici Ateco indicati dal Governo con forzature sull’appartenenza ad una filiera essenziale. Questo comportamento è assolutamente irresponsabile. Per la FIM il momento della ripartenza dovrà essere, indicato dal governo e dalle autorità sanitarie e dovrà essere graduale. Chi scioccamente pensa che finita l’emergenza si ripartirà come nulla fosse è fuori strada. Non possiamo permetterci ricadute del contagio, sarebbe un dramma nel dramma. Per questo, già oggi andrebbe discusso con il sindacato il percorso per la riapertura domani in massima sicurezza, la FIM è pronta, come sempre, a fare la propria parte.

(foto di Pasquale Stasio tratta dal suo profilo Facebook)