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Per Confcooperative l’albergo diffuso cresce pur in un contesto montano difficile

«L’albergo diffuso non è un’esperienza aliena alla montagna friulana, tutt’altro. E con la stessa condivide soddisfazioni (poche) e criticità (tante)». E’ la prima sottolineatura di Flavio Sialino, presidente di Confcooperative Udine, organizzazione cooperativa a cui aderiscono la maggior parte degli operatori associati che gestiscono gli alberghi diffusi attivi in regione, alla luce delle  anticipazioni sulla bozza di relazione finale presentata da Renzo Liva (Pd) al Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione presieduto da Ilaria Dal Zovo (M5s), pubblicate lunedì sul Messaggero Veneto.
«La montagna friulana, infatti, sta vivendo un momento difficile – prosegue Sialino -. Ci sono significativi problemi di viabilità, di collegamenti infrastrutturali telematici, di servizi che chiudono, di giovani che emigrano, di terme che non decollano, di viabilità non sempre efficiente, di turismo che stenta, compreso quello della neve, di una promozione non sempre adeguata. Ma, nonostante ciò, l’albergo diffuso continua a crescere, come testimoniato dai dati ufficiali messi a disposizione da Promoturismo Fvg. A questo proposito, è un peccato che oramai troppo spesso si costruiscano argomenti del 2016 sui dati del 2014… Dal 2012 al 2015 le presenze negli alberghi diffusi sono passate da 48.013 a 63.559, con una crescita del 32%: quale comparto turistico regionale ha fatto meglio? – si chiede Sialino – . Inoltre va detto che il sostegno all’esperienza dell’albergo diffuso, con i suoi recuperi edilizi e il suo indotto occupazionale ed economico, da parte di Confcooperative, è solo uno dei tasselli del “Progetto montagna” che, a esempio, vede crescere la cooperazione di servizio con i negozi di prossimità, la cooperazione per la produzione e fornitura di energia elettrica e quella del Credito Cooperativo».

Sul tema interviene anche Stefano Mazzolini, ex presidente di Promotur ed esponente della Lega Nord del Fvg: «Non è il sistema dell’albergo diffuso ad aver funzionato poco, è la promozione a essere stata carente – afferma -. Mi chiedo quanto la Regione abbia investito per far conoscere questa ricettività alternativa non solo in Italia ma in tutta Europa. Di certo meno del 10% di quanto speso per la realizzazione degli alberghi diffusi. Non si può pretendere che un privato che investe per recuperare un immobile, poi, possa anche spendere per la promozione. Devono essere i Consorzi a farlo, sotto la regia di Turismo Fvg. I privati non sono strutturati nella maniera adeguata».
A questo proposito, Mazzolini, lancia una proposta: «Se il problema è la mancanza di risorse, si istituisca questa benedetta tassa di soggiorno: un euro in più per ogni notte trascorsa nelle strutture delle montagna friulana. In questo modo proprio la montagna potrà essere promossa nel mondo nella maniera adeguata. Solo così – conclude l’ex presidente di Promotur – ci potranno essere dei ritorni dal punto di vista turistico».