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Casi di Cimurro tra le volpi nel Gemonese, le indicazioni dell’Azienda Sanitaria

Dai primi mesi del 2018 tramite la sorveglianza passiva (animali morti consegnati alle autorità sanitarie competenti) si sta registrando un incremento di positività per cimurro nelle volpi. Particolarmente interessato è il Friuli Venezia Giulia (39 casi su 85 volpi analizzate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie) soprattutto nella provincia di Udine, da Tarvisio fino a Udine, con il maggior numero di casi nel Comune di Gemona e limitrofi, e per alcuni casi anche la provincia Gorizia e Trieste. Inoltre, anche in altre aree del Triveneto, come il Bellunese, l’Alto Adige ed il Trentino, si stanno osservando i primi casi di questa ondata epidemica.

Il cimurro è una malattia che colpisce carnivori selvatici, tra cui appunto le volpi, e che può essere trasmessa ad altri animali, soprattutto canidi (tra cui quindi i cani domestici) e mustelidi. Il virus del cimurro non resiste nell’ambiente esterno, ma si trasmette per contatto diretto. Cani domestici che circolano in ambienti aperti, come boschi e montagne, potrebbero quindi infettarsi a causa di un incontro ravvicinato con una volpe infetta. Per contro, il cimurro non è una malattia che si trasmette all’uomo (zoonosi).

I recenti casi rappresentano un fenomeno epidemico dall’andamento ciclico, già osservato da oltre un decennio nel Nordest. Analisi virologiche molecolari condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie avevano peraltro individuato nelle precedenti epidemie nei carnivori selvatici un nuovo sottogruppo virale, recante una mutazione associata ad un aumento della virulenza. Sebbene le ondate epidemiche fino ad oggi osservate sembrino esordire nelle zone più Nord-Orientali del Triveneto per poi spostarsi verso ovest, non è al momento possibile stabilire se questo andamento ciclico dipenda effettivamente da una pressione virale dall’est, o piuttosto non sia legato a fluttuazioni nella popolazione di volpi e nella carica virale.

Per i cani di proprietà, la misura di protezione più efficace contro il cimurro è la vaccinazione, che può essere richiesta al proprio veterinario di fiducia. Al di là della situazione contingente, che suggerisce di incentivare la profilassi vaccinale in particolare per i cani che frequentano ambienti aperti, si sottolinea che la vaccinazione contro il cimurro è tra quelle sempre vivamente raccomandate per qualsiasi cane di proprietà, poiché questa malattia è ancora presente anche nella popolazione canina.