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“Caro energia”, alle Ferriere Nord di Osoppo chiesta la cassa integrazione

Alle Ferriere Nord di Osoppo è stata richiesta la Cassa integrazione per un massimo di 751 dipendenti, a partire da lunedì 29 agosto e fino al 2 ottobre. Coinvolte le linee di lavorazione a caldo ma anche parte di quelle a freddo. A pesare sulla scelta del gruppo siderurgico sarebbero proprio l’impennata dei costi energetici e la difficoltà di approvvigionamento dovuta agli effetti del conflitto in corso, condizioni che sommate potrebbero ripercussioni sulla domanda dei prodotti nei mercati di riferimento.

La comunicazione del gruppo Pittini è stata indirizzata ai sindacati e alla Confindustria Udine. Una missiva di poche righe, dove si precisa che «l’utilizzo della cassa integrazione è previsto con modalità di sospensione e/o riduzione dell’orario di lavoro, a fronte del complesso quadro congiunturale venutosi a determinare, su cui pesano fortemente le incertezze generate dalle attuali tensioni geopolitiche, i problemi legati alle supply chain (catene di fornitura), nonchè le importanti pressioni inflazionistiche. Tale quadro, aggravato dalle ulteriori impennate dei prezzi dei fattori energetici, impatta negativamente e significativamente sulla domanda di prodotto finito nelle filiere chiave dei mercati di riferimento serviti dal comprensorio produttivo di Osoppo».

Non è la prima volta, nel 2022, che il gruppo Pittini ricorre alla Cassa integrazione. Lo aveva fatto già tra febbraio e marzo, in coincidenza con le prime gravi tensioni internazionali, lo scoppio della guerra in Ucraina. Ma all’epoca l’ammortizzatore era stato richiesto a blocchi, cioè non per tutti i lavoratori, e poi era stato utilizzato in bassissime percentuali.