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Alla scuola Santa Maria degli Angeli di Gemona riproposto il “Progetto Presepio”

L’assessore regionale Barbara Zilli ha preso parte oggi alla presentazione nell’aula magna della scuola paritaria Santa Maria degli Angeli di Gemona del “Progetto Presepio 2019”.

Nato nel 1998 da un’idea dell’allora preside Gianluca Macovez, il progetto viene riproposto di anno in anno da insegnanti e alunni con la collaborazione delle famiglie.

L’idea di partenza – hanno ricordato i promotori – era quella di invitare dei personaggi, scelti fra quelli che gli studenti sentivano più vicini a loro, a decorare delle statuette di gesso che avrebbero fatto parte di un presepio, con l’intenzione di proporre la celebrazione natalizia come metafora di un incontro di voci, spesso divergenti, sempre personali, che decidono di intraprendere una strada comune che non conduce all’affermazione del singolo, per quanto questi possa essere illustre, ma alla tolleranza ed alla convivenza fra persone. L’inizio non fu semplice ma l’entusiasmo di due grandi personaggi come il pittore Ernesto Treccani e lo scultore Mario Ceroli, tra i primi a rispondere all’appello, incoraggiò i ragazzi a continuare.

“Protagonisti di questa iniziativa – ha affermato Zilli – sono sempre stati i ragazzi e per loro è la mia esortazione a sognare grandi cose, a continuare a dare sempre il meglio per dimostrare ancora una volta l’importanza di valori come la pace, la famiglia, il rispetto dell’altro”.

“Trovate sempre il tempo per progetti che siano la testimonianza del vostro impegno per un mondo migliore”, ha aggiunto Zilli, rinnovando inoltre a dirigenti e docenti il sostegno dell’amministazione regionale ai progetti educativi delle scuole paritarie.

Il “popolo di gesso” in viaggio verso la Grotta è composto ormai da più di diecimila statuine e tante sono state negli anni le personalità del mondo della scienza, della letteratura e del giornalismo, dello sport, della musica e dello spettacolo che vi hanno contribuito. Fra tutte, spiccano le statue del Gesù Bambino benedette da Giovanni Paolo II e da Papa Francesco.