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A Villa Santina il docufilm autoprodotto sul rapimento e la morte di Aldo Moro

Sabato 26 novembre alle 19.45, nella sala Giatti di via Pal Piccolo a Villa Santina (sopra all’ufficio postale), verrà proiettato “Non è un caso, Moro”, un docufilm autoprodotto che si propone di raccontare tutta la verità su una delle vicende più note e discusse nella storia della Repubblica.
Scritto e diretto da Tommaso Minniti, tratto dai libri inchiesta di Paolo Cucchiarelli e con le musiche originali di Johannes Bickler, il film narra la storia dei 55 giorni che andarono dal rapimento alla morte di Aldo Moro, avvenuta il 9 maggio 1978; lo fa ricomponendo un delicatissimo mosaico “con assoluta coerenza probatoria e veridicità storica”, promette il regista.
La vicenda sembrerà come nuova, sconosciuta, perché messa sotto una luce diversa, rivelata attraverso la ricerca delle vere prigioni del presidente della Democrazia Cristina, lo scoperchiamento della dinamica dell’uccisione, l’identificazione delle forze internazionali in campo. Il tutto sostenuto da testimonianze inedite di protagonisti dell’epoca, quali l’ex parlamentare Claudio Signorile e Mons. Fabio Fabbri.
“Non è un caso, Moro” è anche un film, che ricostruisce, come in un vecchio super8, le sequenze negate, ovvero i momenti di questa storia rimossi dall’immaginario collettivo, perché omessi e sepolti.
“Prove alla mano – racconta Minniti, che sarà presente alla proiezione e al termine dialogherà con gli spettatori -,  si dice che in via Fani c’erano i servizi segreti, che lo Stato seppe fin da subito dove era nascosto Moro e che l’uccisione fu decisa proprio mentre il presidente stava per essere liberato. Ancora dopo oltre quarant’anni, l’Italia non sa in che modo la propria storia sia scivolata dalle vette della Costituente, all’abisso tragicomico contemporaneo; il film aiuterà a capirlo. Ricompone infatti le fasi salienti del delitto più illustre della nostra epoca, che segna anche la fine prematura della Repubblica Italiana. Questo lavoro è un punto di ripartenza necessario per chiunque voglia ricostruire la dignità e il ruolo del nostro Paese, sul fondamento della verità”, conclude il regista.